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La scomparsa di Angela Celentano

Angela Celentano e il rischio dei falsi ricordi. L’esame del Dna unico elemento inconfutabile

Due fari nella notte si accendono nella scomparsa di Angela Celentano. La svolta è vicina o si tratta di altri buchi nell’acqua? Che cosa ci dice la neurobiologia sulla voglia di caffè e la psicologia sul ricordo.
A cura di Anna Vagli
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Angela Celentano si trova nella terra degli scomparsi dall’agosto del 1996. Ma tutta la sua famiglia non ha mai smesso di credere che sia viva e possa trovarsi anche dall’altra parte del mondo. Del resto, la terra degli scomparsi è quella che io chiamo del niente. Perché nessuno sa dove sia. E non c’è niente di più terribile per un genitore, non conoscere il destino di un così caro affetto. Qualunque esso sia. Secondo quanto riportato dalla trasmissione Quarto Grado dello scorso venerdì, due sarebbero i fari nella notte che hanno riacceso la speranza della famiglia Celentano.

In particolare, una voglia di caffè presente sulla schiena di una ragazza sudamericana farebbe ipotizzare che si tratti proprio di Angela. Pur con le difficoltà burocratiche del caso, lo storico avvocato della famiglia, Luigi Ferrandino, si è già detto pronto allo svolgimento del test del Dna.

L’altra pista, invece, è tutta italiana e ha dell’incredibile. Una ragazza, la cui identità resta segreta per ragioni di privacy, si sarebbe rivolta allo stesso legale adducendo di essere lei Angela Celentano. E lo avrebbe fatto raccontando di ricordare di essere stata rapita in un bosco quando era piccola. Siamo davvero vicini ad una svolta o sarà l’ennesimo buco nell’acqua?

 La voglia di caffè: Angela Celentano va cercata in Sud America?

Quanto alla pista sudamericana, il dettaglio della voglia di caffè sulla schiena potrebbe essere un elemento caratterizzante e dunque dirimente per stabilire la corrispondenza tra la ragazza che vive in Sud America ed Angela Celentano. Posto che la questione potrà essere risolta attraverso la comparazione dei profili genetici di Maria e Catello Celentano con la ragazza in questione, per quel che attiene la voglia di caffè è doverosa una precisazione. Come accennavo poc’anzi vero è che quest’ultima costituisce un marchio di fabbrica di una persona, essendo solitamente presenti sin dalla nascita. Dal momento che si tratta di malformazioni cutanee che si creano durante lo sviluppo della vita embrionale. In questo senso, dunque, decisiva. In particolar modo la collocazione della stessa macchia di caffè.

Tuttavia, quando Angela è scomparsa aveva solamente tre anni. Una circostanza non di poco conto perché si tratta di macchie che sono biologicamente predisposte a migrare con lo sviluppo e la crescita. Quindi, in attesa dei riscontri di laboratorio che si avranno una volta prelevato il Dna della ragazza che vive in Sud America, non può sottacersi la possibilità che la voglia di caffè che aveva Angela possa essersi spostata con la crescita in un altro punto del corpo.

Sono io Angela Celentano!

Ad alimentare la speranza di Maria e Catello Celentano c’è stata anche la segnalazione di una ragazza italiana che si è messa in contatto con l’avvocato della famiglia, Luigi Ferrandino, asserendo di essere lei la bambina scomparsa sul Monte Faito nell’agosto del 1996. Una rivelazione che ha sicuramente destabilizzato in maniera positiva la famiglia.

La giovane, la cui identità è tutelata dalla necessaria privacy, in una confessione fiume avrebbe raccontato di essere stata rapita in un bosco ed essere stata portata temporaneamente via a bordo di una macchina bianca e condotta in una grotta per passare la notte. La mattina successiva, poi, sarebbe stata accompagnata in un casolare dove sarebbero stati presenti anche altri bambini. Da lì sarebbe stata prelevata da una famiglia giunta a bordo di una macchina. Da quel momento, però, la ragazza avrebbe dichiarato di avere un vuoto di memoria e di ricordare solamente di essere cresciuta nel nuovo nucleo familiare.

Realtà o falsi ricordi?

L’essere umano è imperfetto e volubile. Costantemente assorbito dal contesto in cui vive e influenzato dalle relazioni interpersonali nelle quali è coinvolto. Vive all’insegna della suggestione e del cambiamento senza la maggior parte delle volte averne consapevolezza.

In questo scenario si inseriscono quelli che tecnicamente vengono chiamati falsi ricordi, memorie di eventi mai accaduti. Nello specifico, ed in maniera più semplice possibile, si consideri il dato per il quale esistono reminiscenze di eventi vissuti in età precocissime: immagini di vita, relative ad un fatto, restano stampate nella nostra memoria. Ma sono reali? Molto spesso no. E allora, vi chiederete, di che cosa si tratta? Di un falso ricordo, appunto. Di un ricordo che la mente ha elaborato, probabilmente perché di quell’evento ne ha sentito parlare più e più volte. Perché magari, chi lo ha raccontato, ha trasmesso oltre alla narrazione anche l’emozione sottostante. A maggior ragione se si tratta di informazioni e fatti ad elevata portata mediatica, come quello della scomparsa di Angela Celentano.

Pur rimettendo la questione alla scienza, e alla comparazione genetica, l’elemento che mi fa ritenere che, purtroppo, si tratti di un falso ricordo, è il dettaglio che la giovane avrebbe aggiunto relativamente ai bambini che sarebbero stati con lei all’interno del casolare una volta rapita.

La ragazza avrebbe infatti confidato all’avvocato Ferrandino che quei bambini sarebbero stati destinati all’espianto di organi. Un particolare agghiacciante che difficilmente potrebbe aver appreso in quelle ore di presunto sequestro. Al contrario, quest’ultimo, potrebbe essere un falso ricordo dovuto alla cronaca degli anni ’90 in cui molto si discuteva – anche attraverso televisioni e giornali – proprio della pratica di espianto degli organi.

Resterebbe, però, l’ipotesi che la donna, pur non essendo Angela, rientri nell’esercito dei bambini scomparsi negli anni. Per la ragioni sopra riportate, ritengo poco plausibile questa pista proprio nell’ottica di una serie di suggestioni della ragazza. La parola al test del Dna.

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