Andrea Moccia (Geopop): “Ischia, i rischi si conoscevano. Serve un monitoraggio costante”
La frana che lo scorso 26 novembre ha colpito Casamicciola, sull'isola di Ischia, ha lasciato tutti sconvolti per le proporzioni del disastro – al momento, sono 8 le vittime e 4 le persone disperse – ma non ha sorpreso più di tanto: il rischio idrogeologico, trattandosi di un'isola vulcanica, era alto e conosciuto. A Fanpage.it Andrea Moccia, geologo, fondatore e direttore di Geopop, magazine multipiattaforma di divulgazione scientifica, ha spiegato cosa è accaduto alle prime luci dell'alba di quel 26 novembre a Casamicciola.
Cosa è accaduto tecnicamente a Ischia?
Niente di nuovo, purtroppo. Il territorio di Ischia è ad alto rischio idrogeologico. È un'isola vulcanica, è presente molto materiale piroclastico, che in gergo viene definito materiale sciolto (poco consolidato, ndr). Se viene investito da una grande quantità d'acqua, come quella caduta su Casamicciola lo scorso 26 novembre, questo terreno diventa più debole, non riesce a drenare l'acqua e, dalla cima dei rilievi, si staccano pezzi di terra e fango, che acquisiscono forza sempre maggiore mano a mano che scendono a valle: basti pensare che tutti gli alberi che la frana ha trovato lungo il percorso sono stati sradicati. Quando la pendenza diminuisce e la colata arriva a valle, i detriti si allargano, ed è quello che è successo poi verso il mare, dove è stato travolto tutto.
Secondo lei, che ruolo ha giocato l'abusivismo edilizio nella tragedia?
È una questione complessa, che andrebbe approfondita. Non credo che l'abusivismo edilizio sia stata la causa scatenante della tragedia, ma che si sia stato un insieme di cause che hanno concorso a determinarla. Il problema è a monte e non riguarda soltanto Ischia: è chiaro che se la valanga non incontra nessuna zona abitata sul suo cammino, il rischio è pari a zero; se ci sono case, è logico che il rischio aumenti notevolmente. Appare chiaro anche, d'altro canto, che nel momento in cui il rischio idrogeologico è alto, non si possono cacciare tutti dalle case: ci si ritroverebbe con un problema sociale; per cui, il problema è molto complesso.
La tragedia di Casamicciola si poteva evitare?
Beh, tecnicamente sì. I geologi italiani hanno fatto un lavoro enorme, conosciamo la cartografia della zona, così come di tantissime altre zone a rischio e pericolosità idrogeologica: in Italia sono 620mila le frane, sia in atto che potenziali, che sono state perimetrate. Diciamo che la scienza ha fatto ampiamente la sua parte, ora la palla dovrebbe passare alla politica: serve un programma di monitoraggio costante delle aree più a rischio. Le frane sono improvvise, è vero, ma se si garantisce la presenza costante di tecnici che monitorano analiticamente la situazione, i dati riescono ad indicare un pericolo imminente.