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Ancora in carcere il detenuto che ha mangiato un dito a un altro: “Nessuna struttura lo vuole”

L’uomo aveva aggredito un altro recluso a fine agosto nel carcere di Poggioreale, a Napoli; era stato disposto il trasferimento in una struttura psichiatrica.
A cura di Nico Falco
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Immagini di repertorio
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Si trova ancora nel carcere di Poggioreale, a Napoli, il detenuto del Mali che nei giorni scorsi ha staccato un dito a un altro recluso: per lui era stato disposto il trasferimento, in modo da garantirgli cure e assistenze adeguate, ma nessuna delle strutture psichiatriche contattate avrebbe dato disponibilità ad accoglierlo. A denunciare la situazione, Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale dell'Uspp, Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria.

L'aggressione, risalente al 28 agosto, era stata resa nota dal Garante per i detenuti della Campania, Samuele Ciambriello: l'uomo aveva prima lanciato del detersivo negli occhi dell'altro, anche lui con gravi problemi psichici, poi gli aveva staccato un dito a morsi e lo aveva ingoiato. A seguito della vicenda il giudice aveva disposto il trasferimento ed erano partite le ricerche per trovare una struttura esterna adatta; tutte quelle contattate si erano però rifiutate, motivo per cui la direzione carceraria e quella sanitaria hanno dovuto reiterare la richiesta. Ieri un altro episodio che ha coinvolto un detenuto che soffre di patologie psichiche si è verificato nel carcere di Sant'Angelo dei Lombardi, ad Avellino, dove alcuni agenti sono stati aggrediti con calci e pugni e l'area sanitaria è stata devastata.

"Sul territorio metropolitano di Napoli, da quello che ci risulta – scrivono Moretti e Auricchio – non ci sono idonee strutture dove accogliere i detenuti con patologie psichiatriche: le Rems sono insufficienti e le articolazioni di salute mentale in carcere non funzionano per mancanza di psichiatri". I due sindacalisti chiedono "l'invio urgente di personale medico specializzato in psichiatria, per risolvere il grave problema dei detenuti malati nelle carceri" e sottolineano che "queste disfunzioni finiscono sulle spalle della polizia penitenziaria già ampiamente sotto organico: a Poggioreale mancano 150 unità, a Sant'Angelo i colleghi sono costretti a fare turni massacranti. In Campania, complessivamente, ci risulta un deficit di organico pari a 800 unità".

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