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Covid 19

Lo studio dell’Anaoo sui posti di terapia intensiva: “In Campania dati probabilmente manipolati”

La ricerca del sindacato dei medici conferma nuovamente i dati opachi della Campania sulla gestione della pandemia. L’accusa alla gestione De Luca è quella di aver manipolato i dati sui posti letto di terapia intensiva disponibili per ottenere più soldi dal governo nazionale. Attacco anche all’AGENAS di Coscioni: “Numeri poco credibili”
A cura di Antonio Musella
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È  stato presentato lo studio della Anaoo assomed, il principale sindacato dei medici italiani, sui posti di terapia intensiva durante la pandemia da Covid 19. Uno studio che ha evidenziato diverse criticità per il nostro paese, a cominciare dalla mancanza strutturale di circa 3000 anestetisti, lacuna aumentata paradossalmente anche dall'aumento dei posti di terapia intensiva messo in campo negli ultimi mesi per fronteggiare il Coronavirus. Lo studio e su base nazionale e analizza i dati regione per regione, ma un capitolo a parte lo ha meritato la Regione Campania. L'Anaoo parla di un vero e proprio "caso" per la regione guidata da Vincenzo De Luca, dove la discrepanza tra dati reali e dati dichiarati appare al sindacato dei medici lampante, tanto da portarli a parlare di possibile manipolazione dei dati.

In buco nero dei dati della Campania

Fanpage.it ha dedicato ai dati delle terapie intensive fornite dalla Regione Campania al governo nazionale un lavoro d'inchiesta che aveva già evidenziato lacune e incredibili discrepanze. Lo studio dell'Anaoo Assomed utilizza parole molto forti per definire la situazione campana sui numeri delle terapie intensive: "Al momento della ricerca dei dati per il compimento di questo studio, non nascondiamo di avere avuto delle difficoltà per l’estrema eterogeneità dei numeri emanati da autorevoli fonti" si legge nella ricerca del sindacato dei medici. La Campania nel 2018 dichiarava 506 posti di terapia intensiva, mentre all'inizio della pandemia solo 335, quindi ben 171 in meno di quelli che aveva dichiarato due anni prima, una differenza di meno 34%.

Tutte le altre regioni hanno dati quasi identici tra i due anni, con scarti di poche unità. "Il sospetto che i dati siano stati manipolati è molto forte – scrive l'Anaoo nello studio – così come è forte la probabilità che questa manipolazione sia avvenuta nel 2020: dal database dei posti letto del Ministero della Salute, i dati del 2018 coincidono con quelli del quinquennio precedente, fino al 2013".

L'accusa dei medici nei confronti di De Luca è pesantissima, i dati della Campania sarebbero stati manipolati all'inizio della pandemia da Covid 19. Il dato secondo il sindacato giustificherebbe anche l'alto numero di direttori di strutture complesse di terapia intensiva in Campania, ben 53, a dimostrazione del fatto che i numeri da considerare sono quelli del 2018 e non quelli dichiarati nel 2020.

Lo studio prosegue con una ipotesi inquietante: "Non conosciamo i motivi di tale differenza, se si tratti di un errore materiale ovvero di un qualcosa di voluto. Si potrebbe ipotizzare che, dichiarando meno posti letto a inizio pandemia, fosse molto più semplice per la Regione Campania favorire finanziamenti per ripristinare un adeguato numero di posti letto intensivi".
In buona sostanza la motivazione alla base della presunta manipolazione dei dati della Regione Campania sarebbe stata legata alla possibilità di avere più soldi da spendere durante la pandemia. Risorse che sono state gestite direttamente dall'unità di crisi, presieduta dal governatore De Luca, con procedure semplificate e con meno controlli. Ma oltre alla possibile manipolazione dei dati, c'è anche il livello di rischio di tenuta del sistema sanitario campano legato ai posti di terapia intensiva. La Campania è la terza regione più popolosa d’Italia con quasi 6 milioni di abitanti.

Nel 2018 il rapporto tra posti letto di terapia intensiva ogni 100 mila abitanti era 8,7, poco al di sotto della media nazionale di 8,8. La regione Campania ha incrementato solo del 22,5% i posti letto intensivi rispetto al 2018, portando il rapporto posti letto intensivi/100.000 abitanti a 10,7, ben al di sotto della media nazionale di 14,5. L'ammanco di anestesisti registrato dalla Campania è di 412 unità. Senza anestesisti è praticamente impossibile attivare realmente i nuovi posti di terapia intensiva realizzati durante la pandemia, che sono presenti solo sulla carta.

Dati AGENAS inverosimili e posti letto solo sulla carta

Il sindacato dei medici, con questo studio, mette a nudo anche i limiti della mancanza di un coordinamento nazionale autorevole sulle politiche sanitarie, lasciando sostanzialmente che ogni regione vada per conto proprio. Una situazione che crea uno stato della sanità in Italia con 22 velocità differenti. L'Anaoo critica anche il lavoro dell'AGENAS, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari, guidata da Enrico Coscioni, che oltre alla carica di presidente dell'agenzia ricopre anche il ruolo di consulente speciale per la sanità del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

"Rimangono molte perplessità sui posti letto di Terapia intensiva emanati periodicamente dall’AGENAS sui dati del Ministero della Salute" si legge nella ricerca. "Essi, per alcune Regioni, sono addirittura superiori, vedi il Veneto o la Sicilia, a quelli indicati dal DL “Rilancio” emanato a maggio 2020. Questi numeri appaiono poco credibili, soprattutto per due ragioni: la mancanza su tutto il territorio nazionale di medici rianimatori; la mancanza degli spazi fisici necessari all’interno dei nosocomi". In ultimo lo studio dimostra l'inefficacia dell'aumento dei posti letto di terapia intensiva su base nazionale attuato con il Decreto Rilancio. Infatti secondo lo studio del sindacato, i 3.500 posti letto di terapia intensiva in più previsti dal governo, senza l'assunzione del personale medico sanitario dedicato, restano per circa il 50% inattivi. Senza infermieri, medici e anestesisti capaci di farli funzionare circa 1.700 posti letto resteranno solo sulla carta.

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