Amianto all’ex Isochimica di Avellino, dopo 40 anni arrivano 4 condanne a 10 anni e 22 assoluzioni
Si chiude con 4 condanne a 10 anni di reclusione e 22 assoluzioni il processo per l'ex Isochimica di Avellino, la fabbrica dove dalla fine degli anni Settanta si bonificavano dall'amianto le carrozze ferroviarie su commesse delle Ferrovie dello Stato. Gli operai hanno lavorato per anni senza protezioni, in mezzo a migliaia di tonnellate di amianto, a mani nude, senza tute e senza maschere. Molti di loro negli anni hanno contratto malattie polmonari, 33 sono morti. La fabbrica poi fu posta sotto sequestro e circa 6 anni fa è partito il processo.
Quattro condanne a 10 anni
Oggi è arrivata la sentenza di primo grado del Tribunale di Avellino – presidente Sonia Matarazzo, giudici a latere Pier Paolo Calabrese e Gennaro Lezzi – che ha condannato a dieci anni di reclusione il responsabile della sicurezza di Isochimica, Vincenzo Izzo, e il suo vice, Pasquale De Luca; Aldo Serio e Giovanni Notarangelo, funzionari di Ferrovie dello Stato. È stata disposta anche una provvisionale di 50mila euro per ognuna delle famiglie degli ex operai deceduti per patologie correlate alla prolungata esposizione all'amianto.
La sentenza di primo grado dopo 36 anni
Il processo si è svolto nell'aula bunker del carcere Poggioreale di Napoli per mancanza di spazi ad Avellino. Sono 270 le parti civili costituite, 127 le udienze. La sentenza è arrivata oggi, 28 gennaio 2022, a 36 anni dalla prima denuncia presentata dal Wwf nel 1986. Un'inchiesta che ha visto succedersi due procuratori di Avellino Angelo Di Popolo e il successore, Rosario Cantelmo, poi raccolta dal sostituto procuratore Roberto Patscot. I giudici hanno accolto quindi la richiesta fatta dalla pubblica accusa per i reati di disastro doloso, omicidio colposo, lesioni personali e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Ventidue assoluzioni
Assolti per non aver commesso il fatto gli altri imputati che dovevano rispondere di concorso in disastro colposo per omissione di atti di ufficio. Tra questi l'ex sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso e la Giunta comunale, tre dirigenti comunali, i titolari delle ditte di bonifica, il curatore fallimentare dell'Isochimica. La Procura aveva chiesto condanne da due anni e sei mesi a due anni. Assolto anche un altro ex sindaco di Avellino, Paolo Foti, rinviato a giudizio con l'accusa di rifiuto in atto di ufficio, e il medico della Asl responsabile dell'unità amianto, per non aver commesso il fatto.