Americana salvata da infarto: “Grazie al grande cuore di Napoli, vi difenderò sempre”
Ogni anno Carmelina, al secolo Carmela Masullo, classe 1937, torna nella sua Napoli dove è nata 87 anni fa al Vomero. Nella notte dello scorso 16 settembre ha cominciato ad avvertire un grosso affanno, sudore freddo, palpitazioni e debolezza. Così suo figlio ha chiamato il 118 e Carmela è stata accolta nel reparto di cardiologia dell'ospedale Cardarelli, dove l'equipe del dott. Ciro Mauro l'ha salvata da un principio d'infarto che le sarebbe stato fatale.
Dopo due settimane di ricovero, Carmela ha voluto scrivere una lettera di ringraziamento ai medici e agli infermieri che l'hanno tenuta in cura, di cui pubblichiamo un estratto:
non trovo le parole per esprimere quanto vi sia grata per tutto quello che avete fatto per me. Sapere che ci sono persone come voi, dedite al benessere degli altri, mi riempie il cuore di speranza e gratitudine.
Ogni singolo giorno passato nel vostro reparto è stato una testimonianza di quanto prezioso sia il vostro lavoro e di quanta dedizione mettiate in ciò che fate. Mi avete salvato la vita, non siete solo medici, infermieri e operatori sanitari, siete veri e propri angeli.
Carmela ci ha raccontato la sua vita, da quando i suoi genitori, padre farmacista che lavorava nella storica farmacia Cannone e mamma casalinga, si sono separati, è andata in collegio nell'Istituto Maria Ausiliatrice al Vomero. Ha trovato poi lavoro alla NATO, dove ha conosciuto suo marito, col quale si è sposata a soli 19 anni per trasferirsi poi a New York, dove vive da quasi 70 anni: "Ogni anno torno sempre a Napoli, ho Napoli e i napoletani nel cuore, per questo li difendo sempre quando qualcuno, in America, parla male dei napoletani. Li considerano prepotenti, ladri e il litigo sempre, perché non è vero quello che dicono – racconta Carmelina – i medici che mi hanno salvato la vita hanno dimostrato il vero cuore di Napoli, un cuore grande, aperto, pronto ad accogliere e ad amare".
Nella sua lettera, Carmela fa riferimento anche al valore dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari che spesso non viene riconosciuto:
so che lavorare in ospedale non è facile, che siete esposti a grandi sfide quotidiane, sia fisiche che emotive. Eppure, la vostra energia e il vostro spirito di servizio non si spengono mai.
Mi rendo conto che il vostro lavoro non viene sempre riconosciuto come merita, ma spero che queste parole possano almeno in parte rendere giustizia al grande dono che offrite ogni giorno a chi ha la fortuna di essere nelle vostre mani.