Ambulanze non sanificate e appalti vinti coi prestanome, l’inchiesta sulla gara all’Asl Napoli 1
La First Aid, che aveva partecipato all'appalto per l'emergenza bandito dall'Asl Napoli 1, per aggiudicarsi quella gara avrebbe usato una serie di prestanome, in modo da nascondere quali fossero i reali proprietari della società, e una volta ottenuto il servizio avrebbe sistematicamente evitato di svolgere le sanificazioni sui mezzi di soccorso. Situazione che emerge dalle indagini della Guardia di Finanza di Pavia, prosecuzione della precedente inchiesta su quella che gli inquirenti definiscono "galassia Calderone", insieme di società tra loro collegate, tutte riconducibili ai fratelli Calderone, e che oggi occupano un ruolo di primo piano a livello nazionale nel settore delle ambulanze private.
La nuova tranche di indagini aveva portato alla scoperta di irregolarità in gare d'appalto che si erano svolte a Napoli, a Pavia, a Roma, a Milano, a Perugia, ad Ancora, a Pescara e a Vimercate; si tratta, sottolineano gli inquirenti, di una attività a campione, "circoscritta solo ad alcune delle gare tra le molte cui la First Aid ha partecipato, ma in ogni caso sufficiente a restituire un quadro emblematico dell'attività illecita posta in essere in via sistematica dai vertici della suddetta società cooperativa, e in generale del gruppo societario a cui appartiene".
Ieri sono scattate le misure cautelari: custodia in carcere per i tre fratelli Francesco Calderone, Antonio Calderone e Concetta Calderone, arresti domiciliari per Angelo Milano, cognato di Francesco Calderone, e per Francesco Di Dio, identificato dagli inquirenti come amministratore fittizio della società First Aid.
Tra le accuse c'è anche quella di sfruttamento del lavoro: i dipendenti sarebbero stati obbligati a coprire turni di 12 ore (alcune delle quali inquadrate come volontariato), spesso senza giorni di pausa, al fronte di uno stipendio inferiore a quello previsto dal contratto nazionale.
La gara d'appalto per le ambulanze a Napoli
La gara d'appalto per il servizio 118 a Napoli era stata aggiudicata il 4 maggio 2021 al rti (raggruppamento temporaneo d'impresa) composto da Heart Life Croce Amica Srl, Italy Emergenza Cooperativa Sociale e First Aid One Italia Cooperativa Sociale. Pochi mesi prima, nel marzo precedente, era esplosa la prima parte dell'inchiesta giudiziaria di Pavia; aveva seguito una comunicazione dell'altra rti concorrente (Croce Rossa Italiana Comitato di Napoli – Bourelly Health Service Srl – Confraternita Misericordia di Caivano) che aveva evidenziato all'Asl Napoli 1 le grane giudiziarie della rti che aveva vinto la gara.
Ed ecco qui il primo punto su cui battono i giudici per le misure cautelari di ieri: in seguito a quell'inchiesta (e alle relative misure cautelari), la First Aid One aveva modificato il proprio quadro amministrativo, in modo da tagliare qualsiasi contatto con la famiglia Calderone; si trattava, però, secondo gli inquirenti, soltanto di un cambiamento di facciata: in realtà i tre fratelli sarebbero rimasti comunque alla guida della società e della "galassia Calderone" e le cariche sarebbero state coperte, solo formalmente da persone di loro fiducia. In questo modo l'Asl Napoli 1 (che viene identificata come parte lesa) non poté eseguire i dovuti controlli. Qualche mese dopo, nell'ottobre 2021, era scattato il sequestro per la First Aid One.
"Va evidenziato – scrivono i giudici – che la gara si è svolta in un periodo che ha ricompreso anche il momento in cui Antonio e Francesco Calderone sono stati attinti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari: per tale ragione la First Aid One Italia ha interloquito con la stazione appaltante, evidenziando le dimissioni rese da Francesco Calderone (pur non risultando in via formale investito del ruolo di Direttore Generale), e dichiarando che erano state poste in essere misure di self-cleaning per mezzo delle quali la cooperativa aveva reciso i collegamenti con la famiglia Calderone: tali prospettazioni avevano persuaso l'Asl di Napoli a confermare l’aggiudicazione dell’appalto alla Rti, essendo stata rassicurata in merito alla discontinuità con la gestione precedente".
I prestanome per partecipare alle gare d'appalto
Con lo stesso stratagemma delle "teste di legno" sarebbero stati precedentemente superati anche i paletti dei precedenti penali, grosso ostacolo per l'aggiudicazione di un appalto pubblico: la nomina di Francesco Di Dio ad amministratore di First Aid One Italia, ricostruiscono gli inquirenti, sarebbe stata necessaria per "creare le condizioni – si legge nell'ordinanza – perché la suddetta società cooperativa potesse partecipare alle diverse gare d'appalto su cui si indaga; si è infatti già detto sopra che tale partecipazione sarebbe stata impedita dai precedenti penali di Calderone Francesco, costituenti motivo di esclusione" in almeno due delle gare prese in esame "e in generale dei precedenti penali in capo a tutti i fratelli Calderone".
Che si trattasse di persone di fiducia dei Calderone, anche questo è emerso nelle indagini: in un caso a prendere il ruolo di amministratore delegato era stata una donna assunta pochi mesi prima come centralinista, e che è risultata essere legata da rapporti di parentela coi Calderone.
Ambulanze usate senza sanificazione
Dalle indagini sull'appalto all'Asl Napoli 1 è emersa una situazione simile a quella riscontrata per le altre gare vinte dalla First Aid e dalle società dello stesso gruppo: i mezzi di soccorso non venivano sottoposti alla sanificazione, obbligatoria dopo ogni intervento, e nemmeno quando la pandemia Covid-19 era nelle fasi più acute.
Per gli inquirenti a Napoli la First Aid, tramite la rti aggiudicataria, svolgeva il servizio "mediante una preordinata omissione delle operazioni di sanificazione all'interno delle ambulanze". Per accertarlo sono state effettuate videoriprese all'interno di due ambulanze della Heart Life Croce Amica Srl, nel periodo compreso tra il 31 agosto 2021 e l'1 ottobre 2021, appurando che erano state sanificate soltanto 6 volte la prima e 9 volte la seconda.
In particolare, il primo mezzo di soccorso era stato utilizzato per 18 giorni effettivi, con una media di 12 ore al giorno, e soltanto 6 sanificazioni, quindi una ogni 3/4 giorni; l'altra ambulanza, invece, era stata in servizio effettivo per 29 giorni, sempre per 12 ore al giorno, ed era stata sanificata soltanto 9 volte.