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Ambulanze, Croce San Pio rischia la licenza: c’è già l’associazione di riserva per aggirare la revoca

La Polizia Municipale ha elaborato un dossier sull’associazione Croce San Pio, tra ambulanze senza assicurazione, abusi e minacce ai concorrenti. In attesa della decisione del Comune di Napoli, che potrebbe revocare le licenze, c’è intanto già pronta la mossa di riserva: le ambulanze stanno passando ad un’altra associazione che, per gli investigatori, sarebbe sempre riconducibile a Salvati.
A cura di Redazione Napoli
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di Antonio Musella e Nico Falco

Li hanno seguiti, fermati e controllati per mesi, dopo la pubblicazione dell'inchiesta giornalistica Croce Nera di Fanpage.it che ha documentato i loro affari. Oggi l'attività investigativa della Polizia Municipale di Napoli sull'associazione "Croce San Pio", che gestisce le ambulanze per il trasporto privato degli infermi, è arrivata ad essere un vero e proprio dossier. Il faldone è ora sulla scrivania della dirigente del Comune di Napoli che dovrà decidere se ancora esistono, oppure no, i presupposti per confermare le licenze all'associazione riconducibile a Marco Salvati. Intanto, c'è già pronta la mossa di riserva: in caso di revoca, è quasi pronta una seconda associazione che potrebbe raccogliere l'eredità (e gli affari) di quella scomparsa.

Il dossier: documenti non in regola e violazione delle norme

Le pagine del dossier della Polizia Municipale di Napoli, guidata dal comandante Ciro Esposito, coordinate dal capitano Giuseppe Cortese, riguardano diverse operazioni svolte dai caschi bianchi negli ultimi mesi. Gli agenti della Municipale hanno elevato diverse sanzioni e per vari motivi alla associazione Croce San Pio, il cui presidente risulta essere Ivana Amabile ma, secondo gli investigatori, è riconducibile a Marco Salvati.

C'è la storia degli abusi edilizi nella sede di via Saverio Gatto, dove i poliziotti riscontrano anche un furto di energia elettrica e trovano dei mezzi senza assicurazioni. E quella del controllo nella nuova sede, in via Gaetano Salvatore, 433, dove c'è spazio per 3 ambulanze soltanto a fronte delle 6 possedute da Croce San Pio.

Poi c'è la storia dell'ambulanza senza autorizzazioni e senza assicurazioni che è stata sequestrata nei pressi dell'Ospedale del Mare di Ponticelli. Che, a controllare nei database, è risultata essere già sotto fermo amministrativo, e nonostante questo veniva ugualmente utilizzata per il trasporto sanitario, prestazione per cui non era nemmeno autorizzata.

E c'è, infine, l'ultimo episodio in ordine di tempo, quello della mattina del 25 maggio: una pattuglia del commissariato Arenella della Polizia di Stato soccorre una donna rimasta con l'auto in panne in via Cavone delle Noci a Scudillo, arriva un'ambulanza della San Pio, gli agenti fanno segno di accostare ma l‘autista accelera e per scappare investe un poliziotto. Viene fermato dopo un inseguimento e si scopre che il mezzo non era impegnato in una chiamata di emergenza, non era assicurato e non c'era nemmeno la carta di circolazione.

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Gli affari della Croce San Pio: minacce e trasporto illecito di defunti

L'inchiesta Croce Nera di Fanpage.it ha svelato, attraverso video e testimonianze, il sistema violento con cui la Croce San Pio si è imposta nel trasporto privato delle ambulanze a Napoli e provincia. Alcuni ex titolari di altre società di ambulanze private hanno raccontato le minacce a mano armata subite da parte della criminalità organizzata che intimava loro di abbandonare ogni attività presso l'ospedale Cardarelli di Napoli, lasciando campo libero alla Croce San Pio.

I video in possesso di Fanpage.it hanno mostrato che il sistema corruzione coinvolgeva anche delle guardie giurate, che hanno ammesso di avere intascato delle mazzette da Marco Salvati in cambio dell'aiuto ad accaparrarsi anche all'interno dell'ospedale i clienti che, ignari delle irregolarità, pagavano lautamente i trasporti dei propri cari in ambulanza dalla struttura fino alle abitazioni.

E in questo paragrafo si inquadra il "business del finto morto", un'attività del tutto illecita che consiste nel trasportare alle abitazioni le salme, per poter celebrare i funerali, senza far risultare il decesso. Un affare che vale fino a 1.500 per ogni viaggio e che è stato documentato nel caso di una anziana donna, deceduta nell'ospedale di Torre del Greco e caricata su un'ambulanza della Croce San Pio come se fosse stata ancora viva. Ma a far guadagnare, e tanto, sono anche i semplici trasporti all'interno della città. Come per il caso di un ragazzo disabile, che per andare dal Cardarelli a casa sua, nei Quartieri Spagnoli, ha pagato 500 euro.

Con le telecamere nascoste è stato documentato il livello di infiltrazione all'interno dell'ospedale: un operatore ella Croce San Pio, a caccia di clienti e in questo favorito dalle guardie giurate, aveva come "base operativa" la postazione dei vigilantes del Trauma Center e lì stazionava in maniera fissa e del tutto illegale.

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Il Comune deve decidere, ma c'è già l'associazione di "riserva"

L'attività investigativa della Polizia Municipale si fonda su un illecito di fondo: le associazioni di volontariato possono essere autorizzate al trasporto infermi solo per i soci dell'associazione, non possono invece svolgere attività di noleggio con conducente presso cittadini privati non associati.

Questo tipo di condizione, dettata dalla normativa in materia, non consentirebbe alla Croce San Pio di usare le ambulanze a pagamento per soggetti non iscritti all'associazione. Come hanno potuto constatare gli investigatori, l'associazione realizza invece i suoi utili proprio grazie ai servizi prestati a soggetti terzi rispetto all'associazione.  A corredo di quella che sembrerebbe essere una irregolarità di fondo nelle attività della Croce San Pio, c'è il lunghissimo elenco di illeciti e contravvenzioni maturato negli ultimi mesi, oltre ai video mostrati da Fanpage.it che sono stati acquisiti dalle forze dell'ordine.

Ora sarà la dottoressa Roberta Sivo, dirigente del Comune di Napoli, che dovrà decidere sulle autorizzazioni alla Croce San Pio. Su questo aspetto negli ultimi mesi sono intervenuti diversi esponenti politici che hanno chiesto all'amministrazione di Luigi De Magistris di ritirare le licenze all'associazione, tra questi il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, il segretario del Partito Democratico Marco Sarracino e il consigliere comunale, sempre del Pd, Federico Arienzo. Ma anche l'Assessore alla Sicurezza del Comune di Napoli, e candidata Sindaco, Alessandra Clemente, proprio dalle pagine di Fanpage.it ha ribadito più volte la necessità di andare fino in fondo su questa vicenda.

Staremo a vedere le decisioni del Comune. Intanto, a quanto apprende Fanpage.it, Marco Salvati avrebbe già pronta un'associazione di riserva. Si tratta della Emervol, che ha sede a via Gaetano Salvatore, proprio dove si trova anche la nuova sede della Croce San Pio. Il presidente si chiama Salvatore Esposito, ma secondo fonti investigative la Emervol è riconducibile a Marco Salvati. Alcune ambulanze della Croce San Pio infatti stanno passando nella disponibilità e nella proprietà della nuova associazione. Una sorta di good company rispetto alla ormai compromessa bad company Croce San Pio.

Un sistema tanto semplice quanto disarmante: si cambiano i nomi e le insegne ma i veri titolari restano sempre gli stessi. Intanto a fronte di una attività investigativa e repressiva da parte della Polizia Municipale, nulla si è mosso fino ad ora da parte della Procura della Repubblica di Napoli, nonostante le ormai lunghissime indagini della Polizia di Stato e i numerosi scandali emersi sui media rispetto alle attività delle ambulanze della Croce San Pio.

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