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Ambulanza coi tiktoker per l’inaugurazione del negozio: noleggiata da affiliato al clan

Gli inquirenti hanno ricostruito il retroscena dietro l’episodio del marzo 2023: il mezzo di soccorso era stato usato per fare pubblicità ad un negozio del corso Umberto I, a Napoli.
A cura di Nico Falco
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Il 16 marzo 2023 un'ambulanza a sirene spiegate si ferma davanti a un negozio del corso Umberto I, nel centro di Napoli. Ma non c'è nessun allarme: quando il portellone si apre escono tre giovani con le buste tra le mani e, dietro di loro, il tiktoker Francesco Ciotola: "Siamo venuti in ambulanza perché questa è una emergenza", dicono. Episodio raccontato il giorno stesso da Fanpage.it, strascichi compresi (il proprietario del mezzo ha ricevuto una multa di 87 euro dalla Polizia Locale), ma a svelare il retroscena è l'indagine sul clan Contini sfociata oggi in 11 arresti: ad organizzare quella messinscena era stato uno degli affiliati di spicco della cosca di San Giovanniello.

L'ambulanza per inaugurare il negozio a Napoli

All'epoca la vicenda era stata denunciata dall'associazione "Nessuno Tocchi Ippocrate" per l'utilizzo dell'ambulanza e per la finta emergenza; aveva suscitato molto scalpore e il giorno successivo ne aveva parlato anche il deputato Francesco Emilio Borrelli. Nei giorni successivi era intervenuta la Polizia Locale, che aveva identificato la società proprietaria dell'ambulanza e multato il titolare.

Gli inquirenti, grazie alle intercettazioni, hanno ricostruito l'organizzazione che c'è stata dietro quell'episodio. A fine febbraio, si legge nell'ordinanza, il titolare del negozio, insieme a Ciotola (entrambi non sono indagati e sono del tutto estranei all'indagine), aveva contattato al telefono Gennaro Manetta, alias Genny Maradona, col quale c'è un legame di parentela, per annunciargli l'inaugurazione dell'attività commerciale.

Il mezzo di soccorso noleggiato da affiliato al clan

Il 13 marzo il proprietario del negozio aveva contattato nuovamente Manetta per chiedergli di noleggiare un'ambulanza privata, spiegando a cosa gli sarebbe servita. "Me la vedo io", aveva risposto Genny Maradona, che subito dopo aveva chiamato il titolare della "Croce San Luca", società che, secondo le dichiarazioni del pentito Teodoro De Rosa, sarebbe stata legata al clan Contini, che l'avrebbe utilizzata anche per trasportare droga.

Nei contatti successivi Manetta aveva rassicurato il titolare del negozio, che aveva chiesto se fosse lecito usare un'ambulanza privata a scopi pubblicitari, e si era accordato col proprietario del mezzo, suggerendogli che, al limite, per non farli identificare avrebbe anche potuto mettere una insegna artefatta: "Se no dobbiamo scrivere Regione Puglia, che ce ne frega…".

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