Alla Mensa del Carmine più italiani che stranieri: “La povertà è aumentata dopo il Covid”

Sono aumentati gli italiani che si presentano alla Mensa del Carmine per ricevere un pasto gratuito. Lo hanno spiegato i volontari della mensa, che ad agosto è stata l'unica rimasta aperta in tutta Napoli, fornendo tra i 7 e gli 800 pasti al giorno. Ma è il bacino d'utenza ad essersi allargato: se prima erano solo migranti e senza fissa dimora, da qualche tempo il numero di italiani che vi si presentano è cresciuto enormemente. E molti a causa del Covid, che sembra aver affossato molte piccole attività.
"C'è uno zoccolo duro di napoletani che vengono a chiedere i pasti", ha spiegato Don Francesco Sorrentino, parroco della vicina chiesa del Carmine e tra i volontari in prima linea della Mensa, che spiega come l'aumento della povertà sia probabilmente dovuto anche alla crisi economica generata dal Covid nell'ultimo anno e mezzo. Linea spiegata anche da Elvira Del Luca, volontaria: "Anche io ho notato questo fenomeno: sono tanti i napoletani che vengono alla Mensa, e sono aumentati da quando è arrivata la pandemia". In media, la Mensa del Carmine riesce a fornire tra i 5 e i 600 pasti al giorno: ma ad agosto, con le altre chiuse, il numero sale fino ad 800 pasti quotidiani. "Siamo circa 40 volontari e ci alterniamo tutti i giorni", ha spiegato invece Alessandra Iannuccielli, altra volontaria della Mensa del Carmine, "considerando che non abbiamo risorse nostre, ma ci basiamo sulle donazioni dei benefattori, riusciamo a fornire comunque un numero di pasti al giorno elevato. Ma il sorriso che riceviamo da queste persone è molto di più di quanto noi diamo: ci sforziamo tutti i giorni di dare a queste persone un pasto come se fossero a casa".