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Alessandro Siani racconta la prima volta che mise piede sul palco con “Fiesta”

Alessandro Siani racconta il periodo del suo primo grande show di successo, “Fiesta”: “Mi chiamavano ‘pazzo’ ma fu clamoroso”
A cura di Redazione Napoli
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"Fiesta" fu il primo travolgente spettacolo teatrale di Alessandro Siani, sold-out ai botteghini, diventato poi, a spezzoni, virale quando a stento esisteva Youtube e quando ancora si vendevano i dvd "pezzotti" sulle bancarelle. Prima di allora il comico napoletano si era sempre proposto in show da solo. Ma con "Fiesta", nei panni di Tatore sparigliò: ambientato nella metropolitana di Napoli, profeticamente individuata come cruciale nelle storie e nei racconti dei partenopei, insieme a Francesco Albanese Siani realizzò un piccolo capolavoro di divertimento e impresa, visto che i biglietti dello show andavano continuamente esauriti.

È lui stesso che racconta quel periodo:

Era il 2003 e per la prima volta concepii uno spettacolo non più da stand up comedy ma uno show teatrale più strutturato. Mi chiamavano ‘pazzo' quando per la prima volta toccai con il mio piede una tavola del palcoscenico.

"Un linguaggio troppo popolare che non si addice alla logica del teatro!", mi dissero.

Inizialmente lo spettacolo fu accolto con scetticismo, ma nel giro di poche ore, non giorni, divenne un fenomeno che mi colse all'improvviso, uno tsunami di affetto che invase le strade, i vicoli, le piazze, salendo oltre Posillipo e conquistando l'Italia. Non potevo crederci!

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Ora il comico e regista napoletano torna lì laddove tutto è iniziato vent'anni fa e celebra i vent'anni del suo primo show teatrale. Debutterà infatti il 25 dicembre 2023, nel giorno di Natale, al Teatro Diana, dallo stesso palco dove si esibì nel 2003, lo spettacolo Fiesta, che racconterà con la stessa verve comica degli inizi, ma con una veste nuova, le avventure comiche di alcuni tra i personaggi, protagonisti dello show.

«Sentivo l'esigenza e soprattutto la voglia di festeggiare e celebrare insieme al pubblico questo mio, anzi nostro spettacolo, perché sempre condiviso con la gente. E riportarlo in una veste nuova senza tradirne però gli aspetti comici che lo aveva contraddistinto. Come allora, ritorno a collaborare con Francesco Albanese, che ne fu complice e sodale di quel progetto avvincente, e come allora ritorno su un palco che mi ospitò, il Teatro Diana che dopo 20 anni mi accoglie ancora una volta a cuore e braccia aperte».

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