Alessandro Siani: “Non voglio vedere l’Esercito tre giorni a Napoli e poi scompare”
«Quel che è successo non deve accadere mai più. E non è banale retorica perché questo non è il teatro o il cinema: è vita vera. E non deve avvenire mai, mai più». Alessandro Siani è al Teatro Augusteo come produttore. Ci sono i casting del musical ispirato alla serie tv "Mare fuori", quella che parla degli istituti minorili di pena, gli Ipm, di clan e delinquenza minorile.
In giorni di enorme attenzione sulla devianza giovanile, nei giorni dell'assassinio di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ammazzato da un ragazzo dei Quartieri Spagnoli di 17 anni, Siani parla inevitabilmente anche di questa fase della città, mentre a poche decine di metri dal teatro napoletano si è appena concluso un maxi-blitz ai Quartieri con decine di agenti e militari e un elicottero che sorvola l'area dall'alba. «Non deve avvenire mai più – ribadisce -. Non voglio delle immagini in cui si vede l'Esercito tre giorni qui e poi scompare. Vorrei accadesse qualcosa di importante sulla sicurezza».
Il dibattito su Mare Fuori e i modelli negativi
Riferendosi ai modelli da seguire, Siani sa bene che una delle discussioni in campo è quella delle serie tv che raccontano il male e che rischiano di produrre personaggi che diventano poi soggetti da emulare. Dai tempi del "Camorrista" di Giuseppe Tornatore, di "Scarface" con Al Pacino oggi con "Gomorra" e "Mare Fuori" il tema è dibattuto e rappresenta un terreno di scontro fra opinioni diverse.
Il regista e attore dice la sua e rivela anche che nel musical Mare Fuori ci saranno dei cambiamenti rispetto alla sceneggiatura della fortunata serie tv teen prodotta dalla Rai:
Le persone che sbagliano, che fanno del male, non devono mai rappresentare degli eroi. Io credo che sia utile bilanciare la visione di film e serie. Se vedi ‘Benvenuti al sud' devi vedere anche ‘Gomorra', se vedi ‘Un posto al sole' devi vedere ‘Mare fuori', perché Napoli ha tante sfaccettature da conoscere.
Ma attenzione, c'è un punto fermo: le persone che sbagliano, che fanno del male, non devono mai rappresentare degli eroi.Nelle mie storie, che sono favole, non è mai capitato e i ragazzi devono capire bene che quelli non sono esempi da seguire. Ogni occasione è buona per far capire quale è la strada giusta. Noi qui cerchiamo di dare una possibilità, una speranza, a tutti quelli che sognano di ballare e cantare. Cerchiamo nel nostro piccolo, sul palco, di dare una possibilità in una Napoli in cui ci sono forti indignazioni e disperazione per quello che è accaduto.
Nel musical vediamo ragazzi cantare, ballare e interpretare la salvezza. Un ruolo centrale è quello dell'educatore, che è protagonista di questa mia versione.
Mi sono permesso di inserire all'interno del copione un momento in cui dico: ‘ma se i ragazzi non avessero preso questa strada, cosa sarebbe accaduto?
L'incontro con la famiglia di "Giò Giò"
Alessandro Siani rivela di aver sentito telefonicamente Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista: «Io sono accanto alla famiglia di Giogiò, li vedrò presto perché questo è un momento durissimo per loro, ma anche per l'intera città e bisogna fare qualcosa per i giovani: quello che è accaduto è terribile, non deve continuare e non deve succedere mai più. Ieri ho sentito la mamma Daniela e siamo uniti e certi su quello che fa bene a questa città».
La decisione di Martone: la dedica al ragazzo
Un altro regista e produttore napoletano, Mario Martone, durante la cerimonia in cui gli è stato consegnato il premio "Robert Bresson" alla Mostra del Cinema di Venezia lo ha dedicato alla memoria della vittima:
Sono onorato e molto emozionato per questo premio e sento anche il dovere morale di dedicarlo a Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso a Napoli nei giorni scorsi.