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Alcol etilico non commestibile dall’Est Europa veniva trasformato in Italia per finire nei cocktail

La Guardia di Finanza di Benevento scopre un complesso sistema per non pagare le tasse sull’alcol etilico da usare per le bevande.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Alcol denaturato e pericoloso per i consumatori, importato dall'Est Europa e lavorato in Campania prima di essere smistato in mezza Italia come quello "originale": un sistema di "risparmio economico" messo in piedi da diverso tempo e smantellato dalla Guardia di Finanza di Benevento. A finire nel mirino delle Fiamme Gialle un cittadino italiano di San Lorenzello, in provincia di Benevento, ed uno polacco residente in provincia di Sondrio: sono entrambi gravemente indiziati di plurimi reati di sottrazione di alcole etilico all’accertamento e al pagamento delle accise dovute, per un importo pari ad oltre 750mila euro e sequestrato questa mattina dai finanzieri.

Le indagini sono iniziate nel 2021, quando vennero sequestrati a Faicchio, nel Sannio, circa 46mila litri di alcol etilico e, presso un casolare, diverse persone intente a caricare cubi di mille litri di questo a bordo di un autocarro, il tutto senza documentazione contabile ed amministrativa. In quel laboratorio clandestino vennero trovati anche prodotti chimici per la decolorazione dell'alcol, oltre a strumenti per il suo travaso. Dalle indagini successive, frutto anche di intercettazioni telefoniche e informatiche, era emerso che l'alcol etilico arrivava dall'Europa orientale, opportunamente additivato, e poi sottoposto in Italia a processi di decolorazione e confezionamento prima di essere immesso in circolazione, eludendo così i controlli obbligatori previsti per alcol e bevande alcoliche. Altri sequestri sarebbero poi avvenuti nei mesi successivi, con scambio di denaro, al porto di Brindisi, ma anche a Pagani e Paupisi.

Dagli esami sull'alcol, è stata inoltre trovata traccia di una particolare sostanza, l'alcol t-butilico che serve per la denaturazione dell'alcol destinato alla fabbricazione di profumi e prodotti cosmetici, e dunque pericolosi per chi invece l'avesse bevuto. A finire nel mirino degli indagati anche i titolari di imprese nel settore del commercio all’ingrosso di alimenti e bevande, per ricostruire l’eventuale commercio e distribuzione a consumatori finali dell’alcol etilico di contrabbando oggetto di lavorazioni nocive per la salute: per loro, il rischio è di venire denunciati per associazione a delinquere e di adulterazione di sostanze alimentari, reati a loro volta sotto lente d'ingrandimento degli inquirenti.

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