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Al Vomero il racket anche sul ghiaccio: il clan gestiva la distribuzione come un appalto

Il clan Cimmino del Vomero gestiva le estorsioni come se fossero gare d’appalto: a un imprenditore aveva imposto 500 euro di pizzo al mese per la distribuzione del ghiaccio, dicendo che c’era un concorrente disposto a subentrare per quella cifra. Era stato poi deciso un forfait da 2.500 euro annuali, con la postila di un adeguamento successivo.
A cura di Nico Falco
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L'arresto di Luigi Cimmino nel 2015
L'arresto di Luigi Cimmino nel 2015

Una richiesta iniziale da 500 euro al mese, poi ridotta a 2.500 euro all'anno ma con la postilla di un adeguamento quando il giro di affari, grazie all'intervento del clan, sarebbe migliorato. Era l'accordo che il clan del Vomero aveva proposto (o, per meglio dire, imposto) a un commerciante che si occupa della distribuzione del ghiaccio per attività commerciali tra cui bar e pescherie. L'estorsione veniva trattata quasi alla stregua di una gara d'appalto: se l'uomo non avesse acconsentito avrebbe dovuto cambiare quartiere, lasciando il posto a un altro imprenditore che, al contrario, era già pronto a pagare quelle somme.

Camorra e ospedali, oltre 40 arresti a Napoli

La circostanza emerge dall'ordinanza relativa all'inchiesta sul controllo della camorra negli appalti che ruotano intorno agli ospedali della zona collinare di Napoli, ovvero quelli dell'Azienda dei Colli (Monaldi, Cto e Cotugno), il Cardarelli e il Policlinico Federico II. Nel mirino della camorra gli appalti per le ristrutturazioni, ma anche quelli per la gestione dei bar e dei distributori automatici.

Le maggiori influenze negli appalti arrivavano dal clan Cimmino-Caiazzo, ma gli inquirenti hanno accertato il coinvolgimento di 9 clan in totale, tutti sotto l'egida del clan Licciardi di Secondigliano. Gli arresti sono scattati il 22 ottobre: eseguiti oltre 40 provvedimenti a carico di presunti affiliati dei clan, imprenditori e anche pubblici ufficiali.

La camorra impone il pizzo sulla distribuzione del ghiaccio

Vittima dell'estorsione, si legge nell'ordinanza, la ditta "King Ice". Le intimidazioni sarebbero cominciate nel 2015, quando l'imprenditore sarebbe stato contattato da Giovanni Cirella, ritenuto esponente di spicco del clan Frizziero della Torretta, che gli avrebbe detto che il clan aveva avuto una offerta da un altro imprenditore e pertanto lui non avrebbe più potuto consegnare a Mergellina. Successivamente ci sarebbe stato un successivo incontro, in cui Cirella gli avrebbe riferito che l'accordo con l'altro professionista era saltato e che quindi lui avrebbe potuto nuovamente lavorare a Mergellina, ma a patto di consegnare 6mila euro al clan. L'imprenditore si sarebbe lamentato e la cifra sarebbe stata ridotta a 3mila euro all'anno.

Due anni dopo, nel 2017, sarebbe stato lo stesso Cirella a mettere in contatto l'imprenditore con gli esponenti del clan del Vomero, che si sarebbero a lui rivolti perché sapevano che consegnava il ghiaccio anche a Mergellina. Anche lì, copione simile: all'uomo sarebbe stato detto che c'era una ditta concorrente che aveva offerto di pagare 500 euro di pizzo al mese per consegnare alle attività del Vomero e che quindi, se avesse voluto mantenere i contatti, avrebbe dovuto almeno pareggiare quell'offerta.

Dopo le rimostranze, la cifra sarebbe stata rimodulata in un forfait annuale di 2.500 euro, da consegnare in due tranche da mille e 1.500 euro in occasione delle festività estive e di quelle natalizie. Si sarebbe trattato però di un accordo soltanto momentaneo: l'estorsione sarebbe stata successivamente rivista e adeguata all'aumento del volume di affari che lo stesso clan avrebbe garantito. Questa seconda estorsione sarebbe stata messa in atto da Giovanni Caruson e Domenico Gargiulo, entrambi legati ad Andrea Basile, considerato il reggente del clan Cimmino.

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