Al Tribunale di Napoli sciopero dei verbalizzatori forensi: “Sostituiti da IA, a rischio 1600 famiglie”
"Siamo verbalizzatori forensi, facciamo parte della categoria di fonici, trascrittori e stenotipisti che da anni lavorano in subappalto con la pubblica amministrazione, il Ministero della Giustizia. Purtroppo, oltre alla nostra condizione lavorativa, poco remunerativa (parliamo di 6 euro all’ora oramai, con contratti non adatti al nostro lavoro) e alla nostra condizione di precari perché siamo legati a gare di appalto, che ogni tre anni decidono il nostro destino lavorativo, si sono aggiunti altri problemi come: la Riforma Cartabia e l’Intelligenza Artificiale, che stanno sostituendo una forza lavoro che da 30 anni, coadiuva i Tribunali di tutta Italia". È la protesta dei verbalizzatori forensi che questa mattina si sono riuniti in sciopero all'esterno del Tribunale di Napoli.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale di tutte le lavoratrici e i lavoratori impiegati nell'appalto del Ministero della Giustizia per il servizio di documentazione degli atti processuali. I verbalizzatori forensi sono i fonici, trascrittori e stenotipisti che da anni lavorano in subappalto per il Ministero.
La protesta dei verbalizzatori al Tribunale di Napoli
I lavoratori, in presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Napoli e in altre città italiane, denunciano condizioni di lavoro non più sostenibili, si parla di 6 euro all'ora con contratti precari, non adeguati alle mansioni e per di più soggetti a gare di appalto che ogni tre anni decidono il loro destino lavorativo. Al quadro desolante si aggiungono gli effetti della Riforma Cartabia e l'introduzione, sempre più dilagante, dell'intelligenza artificiale, che minaccia seriamente il futuro di quasi 1600 famiglie che da giugno non sapranno che destino avranno. L'appalto, infatti, è quasi scaduto, mentre il lavoro diminuisce e il Ministero sembra non dare risposte.
Lo sciopero nazionale di oggi 19 marzo 2024 è il secondo sciopero generale dopo quello del 18 gennaio scorso che, sebbene partecipato, non ha prodotto effetti politici rilevanti. Il Ministero, infatti, non ha dato alcun riscontro né alla richiesta d'incontro inviata dalle sigle sindacali dopo lo sciopero, né alla nota di sollecito inviata in data 15 febbraio. Le trattative che inizialmente il ministro Nordio sembrava voler intavolare, si sarebbero interrotte apparentemente senza motivo. Oltre a Napoli ci sono stati presidi in altre città italiane.