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Al Rione Traiano i cani della camorra: incatenati e usati come vedetta dagli spacciatori

Tre cani sono stati liberati dalla Municipale nel Rione Traiano, a Napoli: venivano maltrattati e utilizzati come vedette dalla criminalità organizzata.
A cura di Federica Grieco
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Cani maltrattati e utilizzati dalla criminalità come vedette per il controllo del territorio. È quanto scoperto nel Rione Traiano, periferia occidentale della città partenopea, dagli agenti della Polizia Locale di Napoli e dall'Asl veterinaria, intervenuti in seguito a una segnalazione giunta negli uffici del reparto di Tutela ambientale.

Giunti nel rione del quartiere Soccavo, tra alcuni palazzi fatiscenti, si sono trovati di fronte tre cani di grossa taglia – due pitbull e un pastore belga – tenuti in condizioni pessime. Gli animali, infatti, erano legati a una catena, chiusi all'interno di alcuni recinti. Presi in custodia dai medici veterinari dell'Azienda sanitaria locale, sono stati portati via e sottoposti a visite mediche per accertarne lo stato di salute.

L'utilizzo dei "cani vedetta" da parte della criminalità organizzata è una pratica frequente, spesso denunciata dai cittadini preoccupati che possano aggredire i passanti. Questi animali vengono impiegati sia per proteggere la droga nascosta sia per controllare le piazze di spaccio, evitando, per esempio, eventuali litigi tra gli acquirenti, che potrebbero attirare l'attenzione delle forze dell'ordine.

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Sequestrati 800 kg tra frutta e verdura venduti in strada

L'intervento della Polizia Municipale nel Rione Traiano si inserisce nell'ambito di numerosi controlli effettuati nel fine settimana. A Scampia sono stati sequestrati 800 kg tra frutta e verdura, conservati in pessime condizioni ed esposti in strada alle intemperie e ai gas di scarico delle automobili. Sprovvisto di qualsiasi autorizzazione, il proprietario dell'attività ortofrutticola è stato sanzionato.

Durante il fine settimana, inoltre, gli uomini della Polizia Locale hanno effettuato 120 verbali per sosta e hanno sanzionato 10 titolari di attività di ristorazione per irregolarità amministrative, tra le quali tre legate al mancato rispetto delle norme anti Covid, due al mancato controllo del green pass ai clienti. Uno dei titolari è stato sanzionato per aver permesso a un proprio dipendente di lavorare nonostante fosse sprovvisto della certificazione verde.

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