Al Rione Sanità il ricordo di padre Giuseppe Rassello, parroco negli anni Novanta
La storia di padre Giuseppe Rassello, sacerdote del rione Sanità dagli anni Novanta al 2000, anno della sua prematura morte è degna di un film. Che in effetti c'è stat:, "Pianese Nunzio, 14 anni a maggio", di Antonio Capuano, liberamente ispirato (dunque non rispondente al cento per cento) alla drammatica vicenda del prete in jeans, il sacerdote anticamorra del rione Sanità.
Rassello fu accusato e per questo arrestato, con l'accusa di aver abusato sessualmente di un ragazzino di 14 anni. In quegli anni il quartiere si spaccò tra colpevolisti e innocentisti e in questi ultimi si fece largo l'idea, nient'affatto campata in aria visto il clima di quegli anni, che la camorra avesse usato questo ragazzino per infangare il prete accusandolo della peggiore di tutte le cose. Il processo condannò Rassello e la sentenza non fu ribaltata in Appello. Il sacerdote andò a vivere a Procida dove morì nel 2000 ad appena 49 anni. Ancora oggi c'è una nutrita schiera di residenti e di persone che frequentavano e frequentano chiesa e quartiere che sono convinti della tesi della macchinazione ordita ai danni del sacerdote anticamorra.
A quasi un quarto di secolo dai fatti e nell’anniversario del suo 47esimo anno di sacerdozio, al prete è stato dedicato un testo “Ricordi in memoria di don Giuseppe Rassello” curato da Carlo Avilio e Arturo Lettieri – Massa editore – che raccoglie venti testimonianze di chi ha vissuto oppure percorso un pezzo di strada con don Giuseppe Rassello. Tra le testimonianze quelle di Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, ma anche il contributo di Rosario Fiorenza, fondatore col sacerdote dell’associazione “Crescere Insieme” che si occupa di dipendenze e scomparso qualche giorno dopo aver consegnato il suo scritto.
La comunità si è ritrovata nella basilica di Santa Maria della Sanità, conosciuta anche come San Vincenzo, per raccontare don Rassello in un evento promosso tra gli altri dai giornalisti Arnaldo Capezzuto e Matilde Andolfo che lo hanno conosciuto. A tratteggiare il ritratto dell’uomo, del sacerdote, del filosofo, del classicista, del professore di liceo, dell’archeologo, e tanto altro sono stati i suoi ragazzi che hanno occupato l'altare maggiore della basilica dando testimonianza del valore di quest'uomo che scelse il rione Sanità per interrare il seme buono che sarebbe divenuto frutto con padre Antonio Loffredo che ne raccolse il testimone: un quartiere oggi invaso dalla bellezza dei suoi siti e impregnato di storia, quella antica delle catacombe e quella contemporanea del museo di Jago, della chiesa dei Cristallini e delle sculture di Dalisi.
Avilio e Lettieri hanno dedicato a Giuseppe Rassello frammenti di ricordi scritti dai fedeli e dai giovani dell’epoca che si sono ritrovati in questo amarcord dal sapore nostalgico ma anche propositivo, come ha sottolineato l'attuale parroco della Sanità, Luigi Calemme, che ha raccolto "il testimone della terza generazione secondo uno sguardo che è sempre proiettato in avanti".
Il ricavato dell’offerta del libro sarà destinato al sostegno delle attività di solidarietà di realtà associative.
L'evento è stato introdotto dalle parole di padre Giuseppe Rinaldi, del suo personale ricordo e da un brano del film"Nostalgia" eseguito magnificamente dall'orchestra Sanitansemble diretta dal maestro Paolo Acunzo.
Protagonisti della serata Arturo, Gianluca, Antonio, Vincenzo, Arnaldo, alcuni dei giovani di padre Rassello che hanno ricordato gli anni vissuti insieme al parroco, anni che hanno segnato la loro vita, le loro carriere, la svolta del cammino. La croce di Rassello portata con eroica sopportazione e il calvario alleviato dalle cure amorevoli dei suoi ragazzi tornati alla vita. E poi le parole di Salvatore Rassello, fratello di Giuseppe, la narrazione della vocazione sacerdotale nata a 16 anni, una folgorazione dopo l'incontro con i carmelitani che arrivarono a Procida, terra natia di Giuseppe e Salvatore. Gerry Sica ha letto i testi di padre Rassello: "in ludere" e i racconti di San Vincenzo, Mario De Luca ha invece interpretato "Incredibile Sanità".