Al Parco della Gaiola c’erano i ladri di ricci di mare: presi due pescatori di frodo
Raccolgono illegalmente oltre mille ricci di mare, pari a 50 kg, sui fondali del Parco Sommerso della Gaiola, tra questi anche quelli di piccolissime dimensioni, ancora nella fase giovanile. Presi dalla Guardia di Finanza due pescatori di frodo, sorpresi in flagranza di reato e denunciati nel corso di un'operazione di controllo congiunta con gli addetti dell'Area Marina protetta della Gaiola. La caccia abusiva al riccio di mare, una specie protetta, purtroppo, non accenna a fermarsi. Questi abitanti del mare, infatti, sono ricercatissimi per la preparazione di vari piatti tradizionali, come gli spaghetti ai ricci di mare, che si preparano con le uova delle femmine. Per preservare la specie, il Parco Sommerso della Gaiola ha lanciato da tempo una campagna di sensibilizzazione, rivolta anche ai ristoratori, per eliminare questo piatto dai menù.
L'operazione congiunta della Guardia di Finanza e del Parco Sommerso della Gaiola contro la pesca di frodo del riccio di mare (Paracentrotus lividus) è scattata la notte di martedì scorso, attorno alle 2,00. Dopo alcuni giorni di appostamenti notturni e monitoraggio delle telecamere di videosorveglianza del Parco, sono stati presi in flagranza di reato due pescatori di frodo di ricci di mare mentre depredavano i fondali del Parco Sommerso di Gaiola.
Blitz contro la pesca di frodo dei ricci alla Gaiola
I pescatori sono stati avvistati avvicinarsi su un barchino a luci spente dal personale del Parco che monitorava sul posto le telecamere di sorveglianza a visione notturna. Poco dopo hanno fatto scendere in acqua il sub collegato al barchino in superficie mediante sistema di areazione ombelicale che permette di insufflare aria direttamente dalla superficie. È stato quindi allertato il Comando della Guardia di finanza di Mergellina che ha inviato immediatamente motovedetta sul posto cogliendo i pescatori in flagranza di reato in piena Zona A di riserva Integrale.
Subito dopo il fermo da parte degli uomini della GdF, il personale del Parco con i propri operatori subacquei ha provveduto a recuperare dai fondali il pescato di frodo che era stato prontamente occultato tra le rocce del fondo. Circa 50 kg,corrispondenti ad un migliaio di ricci, recuperati e liberati nuovamente in mare. Il materiale recuperato è stato analizzato dal personale scientifico dell'Area Marina Protetta che ha constatato come moltissimi esemplari catturati, della specie Paracentrotus lividus, fosse di taglia ridottissima, compresa tra i 2 e i 4 cm, ancora in fase giovanile.
L'Amp Gaiola: "Scongiurata mattanza"
L'Area Marina Protetta della Gaiola ha pubblicato il video sui suoi canali social:
Successivamente sono stati liberati circa 50 kg di ricci di mare depredati dai fondali del Parco, tra cui molti di taglia ridottissima, ancora in fase giovanile. Scongiurata quindi una mattanza di una specie protetta, negli ultimi anni sempre più presa di mira da pescatori di frodo senza scrupoli a causa del consumo soprattutto nel settore della ristorazione per la moda sempre crescente dello spaghetto ai ricci di mare. Il Paracentrotus lividus, il cosiddetto “riccio femmina”, è una specie protetta inserita nell’Annesso III del Protocollo SPAMI, in quanto “specie che necessita di una gestione oculata” e la cui pesca in Italia, oltre ad essere assolutamente vietata nelle Aree Marine Protette, è anche regolamentata, fuori dalle AMP, dal Decreto Ministeriale 12 Gennaio ’95.