AirTag per rubare auto, come funziona la tecnica. Sul tentato furto a Juan Jesus indaga la Digos
Finestrino spaccato, abitacolo messo a soqquadro: brutta sorpresa per il calciatore del Napoli Juan Jesus, che questa notte ha pubblicato sui social il video in cui mostra i danni alla sua Range Rover. Un tentato furto, spiega. Ma ad inquietare di più è quello che aggiunge all'inizio della storia su Instagram: "Dopo quasi un mese di pedinamento". Il difensore azzurro sarebbe stato, quindi, in qualche modo seguito, probabilmente proprio dai ladri, che avrebbero tenuto d'occhio i suoi movimenti.
Tentato furto dell'auto di Juan Jesus
A spiegare ulteriormente questo aspetto è lo stesso calciatore, con un secondo post, pubblicato qualche ora dopo, nel quale si dice preoccupato del fatto che i criminali sappiano dove abita: "Quello che è accaduto stanotte è soltanto la ciliegina sulla torta, nell'arco di un mese ho trovato nella macchina ben 5 airtag (geolocalizzatore)"
A quanto apprende Fanpage.it il 33enne brasiliano ha sporto denuncia presso la Digos, ma è possibile che la vicenda passi in carico alla Squadra Mobile. Soprattutto per verificare se si tratti di un tentato furto "semplice" o se dietro ci sia una banda organizzata e specializzata nelle automobili di lusso.
Gli airtag per rubare le automobili di lusso
I cinque localizzatori che il calciatore avrebbe trovato nascosti sull'automobile farebbero parte di una tecnica utilizzata dai ladri di automobili di pregio. Juan Jesus cita gli Airtag, ovvero quelli prodotti da Apple, in realtà sul mercato ne esistono di diverso tipo, anche per piattaforma Android, che svolgono lo stesso compito: sono individuabili tramite applicazione del cellulare e servono a localizzare oggetti che potrebbero andare smarriti o rubati, come le chiavi, una valigia, o anche un'automobile.
I ladri, però, li utilizzerebbero per uno scopo diverso: localizzare l'automobile di pregio e monitorarne i movimenti, in modo da seguirla e passare all'azione quando si trova in aree dove è più difficile rubarle, che possono essere una strada isolata o anche il parcheggio di un'abitazione. Le prime tracce di questa tecnica sarebbero state trovate dalla polizia canadese nel 2021 ma da allora sarebbe stata utilizzata in varie parti del mondo.
App per rilevare AirTag e tracker
Per contrastare l'utilizzo di questi sistemi per i furti, ma anche per altri reati come lo stalking, Apple e Google hanno creato un sistema che consente di avvisare l'utente quando un tracker (che sia un AirTag o di altro tipo) si muove con lui ed è separato dal suo proprietario. Nel caso dei sistemi iOs compare un messaggio sul display, "AirTag in movimento con te"; cliccandoci, l'utente può entrare nell'applicazione "Dov'è", vedere l'oggetto che lo sta seguendo e farlo suonare, in modo da localizzarlo, e anche disattivarlo.
In ogni caso un dispositivo della rete "Dov'è", quindi compresi AirTag e custodie degli AirPod, se è separato per un periodo di tempo dal proprietario emette un suono quando viene spostato; inizialmente il segnale acustico partiva dopo tre giorni, successivamente Apple ha ridotto il tempo a meno di 24 ore. Per Android esiste un'app analoga, "Tracker Detect" (sempre prodotta da Apple), che rileva gli oggetti nel raggio d'azione del Bluetooth che sono compatibili con la rete "Dov'è" di Apple. Naturalmente, nel caso si tema di essere seguiti, è consigliabile sempre rivolgersi alle forze dell'ordine.