Agguato in piazza Nazionale, pena ridotta per il killer che ferì la piccola Noemi
Non più 18 anni, ma 16 anni e 8 mesi: la Corte di Appello di Napoli (terza sezione, presidente Giovanni Carbone) ha ridotto la pena comminata ad Armando Del Re, accusato dell'agguato contro Salvatore Nurcaro in cui rimase gravemente ferita la piccola Noemi. Confermata, invece, la condanna a 14 anni al fratello, Antonio Del Re, che invece risponde di supporto logistico: avrebbe aiutato Armando nella preparazione e lo avrebbe accompagnato sul luogo della sparatoria.
L'agguato risale al 3 maggio 2019, diverse fasi furono riprese dalle telecamere di sorveglianza di alcuni esercizi commerciali di piazza Nazionale. Nei video si vede un uomo corpulento e vestito di nero che, appena entrato nell'inquadratura, si avvicina velocemente verso Salvatore Nurcaro e apre il fuoco. È pieno giorno, in strada ci sono diverse persone, ma il killer continua a premere il grilletto. L'obiettivo scappa, lui lo insegue, continuando a sparare. È una pioggia di pallottole impazzite. Una colpisce di striscio la nonna di Noemi. Un'altra centra la bambina. Inizialmente si pensa a una ferita lieve, a un graffio. Poi la piccola si sente male, al Pronto Soccorso si scopre la tragica verità: il proiettile è penetrato, è rimasto all'interno e l'ha quasi uccisa. Questione di pochi centimetri.
La bimba si salva, ma è destinata a una lunga riabilitazione che, dopo oltre due anni, non è ancora del tutto conclusa. Armando Del Re e il fratello Antonio sono stati arrestati una settimana dopo l'agguato, il 10 maggio 2019, e il 23 luglio 2o20 sono stati condannati rispettivamente a 18 e a 14 anni di reclusione in primo grado, celebrato con rito abbreviato dal gup Vincenzo Caputo.
Agguato in piazza Nazionale, pena ridotta in Appello ad Armando Del Re
L'udienza di oggi è cominciata alle 12, la sentenza di Appello è arrivata dopo oltre 3 ore di camera di Consiglio: pena confermata per Antonio Del Re, 14 anni di reclusione, e riduzione per il fratello Armando da 18 anni del primo grado a 16 anni e 8 mesi. I giudici hanno inoltre condannato i due fratelli a risarcire, tra gli altri, la fondazione "Pol.i.s.", il Comune di Napoli e l'associazione "Nomi e Numeri". L'avvocato Claudio Davino, che assiste i due imputati insieme alla collega Antonella Genovino, ha chiesto l'assoluzione di Antonio Del Re dall'accusa di avere fornito aiuto e supporto al fratello; per Armando Del Re ha invece chiesto il riconoscimento dell'insussistenza dell'aggravante mafiosa e della premeditazione: il giovane ha confessato l'agguato, ma ha sostenuto che non era inquadrabile in dinamiche di camorra ma che era una vendetta per un prestito non restituito.
Nell'udienza l'avvocato Davino ha cercato di dimostrare l'estraneità di Antonio, ricordando che nelle immagini agli atti il ragazzo viene ritratto mentre posa in garage la moto usata per l'agguato, una Benelli gialla, e che quel veicolo poco dopo viene inquadrato con a bordo soltanto Armando. Per il legale il supporto logistico sarebbe stato fornito in realtà dagli occupanti di una Fiat 500, che avrebbero fatto anche la "filata", ovvero avrebbero indicato la presenza dell'obiettivo in piazza Nazionale.
Per gli inquirenti il supporto logistico si concretizzerebbe anche con la presenza di Antonio Del Re sul luogo dell'agguato subito dopo la sparatoria, quando secondo la ricostruzione sarebbe arrivato in piazza Nazionale per accertarsi dell'accaduto; per Davino, però, non ci sarebbero prove della presenza del giovane sul posto e la sua identificazione sarebbe frutto di uno scambio di persona.