Agguato a Ponticelli, la pista della vendetta: ferito è amico dell’ultimo pentito dei Bodo
Otto colpi, tre dei quali andati a segno. Un volume di fuoco non da intimidazione, ma da agguato con l'intenzione di uccidere. E un'amiciza "particolare" che potrebbe averlo messo nel mirino. Partono da questi particolari le indagini sul ferimento di Davide Tomi, il 25enne ferito a Ponticelli, periferia est di Napoli, nella notte tra sabato e domenica; il giovane era con la fidanzata in via Scarpetta quando un uomo, secondo le descrizioni col volto coperto dal passamontagna, si è avvicinato e ha aperto il fuoco.
Il ragazzo è stato raggiunto a una gamba e a una spalla, è riuscito ad arrivare al Pronto Soccorso della clinica Villa Betania, dove sono successivamente intervenuti i poliziotti. Le indagini sono in carico agli agenti del commissariato di Ponticelli e a quelli della Squadra Mobile della Questura di Napoli. Il 25enne, che risulta avere dei piccoli precedenti non associativi, non risulterebbe inquadrato in un clan di camorra ma sarebbe vicino, per frequentazioni, a personaggi che gravitano nell'orbita dei De Micco.
In particolare, come si evince dai suoi profili Facebook, sarebbe molto legato ad Antonio Pipolo, l'ultimo pentito del clan dei "Bodo". La pista delle vendetta trasversale è una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, che però non escludono che l'agguato possa essere maturato in contesti diversi, sempre legati alla criminalità ma non strettamente connessi con la faida in corso nel quartiere di Napoli Est.
Duplice omicidio a Ponticelli, il killer confessa e si pente
Pipolo si era presentato ai carabinieri il 20 luglio scorso, accusandosi della morte di Carlo Esposito, detto Kallon, ras dei De Martino di Ponticelli, e di Antimo Imperatore, operaio ucciso da innocente. I due erano stati ammazzati poco prima nell'abitazione di Esposito, dove Imperatore si trovava per montare una zanzariera. Quel duplice omicidio avrebbe sancito la definitiva rottura tra i De Micco e gli "XX" di Ponticelli.
Il 37enne aveva manifestato la volontà di iniziare un percorso di collaborazione con la Giustizia ed era stato accompagnato in Procura; ai magistrati aveva indicato il clan De Micco come mandante dell'agguato nel rione Fiat. Nelle ore successive i suoi familiari erano stati fatti allontanare da Ponticelli per timore di una vendetta traversale.
Ucciso davanti alla fidanzata incinta
Anche questa volta il killer non si è fatto scrupolo di aprire il fuoco nonostante accanto all'obiettivo ci fosse la fidanzata, rimasta illesa. Un agguato che ricorda quello in cui perse la vita Carmine D'Onofrio, figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa e nipote del capoclan ergastolano Antonio De Luca Bossa, alias Tonino ‘o Sicco.
D'Onofrio, 23 anni, è stato ammazzato nella notte tra il 5 e il 6 ottobre 2021 davanti alla sua abitazione, mentre rincasava con la fidanzata incinta. Il retroscena di quell'omicidio è stato ricostruito con le indagini, che hanno portato alle manette per affiliati al gruppo De Micco: secondo il clan il 23enne si sarebbe reso responsabile della bomba piazzata sotto l'abitazione del capoclan Marco De Micco, alias "Bodo".