Agguato a Napoli tra la folla di Natale, il boss Troncone ferito davanti al suo bar
I sicari lo hanno raggiunto a Fuorigrotta, davanti al bar di famiglia, dove probabilmente si sentiva al sicuro. Hanno esploso diversi proiettili, lo hanno colpito alle gambe e al volto. Per uccidere. Un agguato in piena regola, quello che si è consumato stamattina, 23 dicembre, in via Caio Duilio, nel quartiere della periferia occidentale di Napoli. Vittima il boss Vitale Troncone, 53 anni, ritenuto dagli inquirenti a capo di uno dei gruppi di camorra che si contendono l'egemonia sull'area flegrea.
L'uomo è stato trasportato al Pronto Soccorso del vicino ospedale San Paolo con mezzi privati, poco prima che arrivasse l'ambulanza; alcune ore dopo è stato trasferito all'Ospedale del Mare, in pericolo di vita, per essere sottoposto a un intervento chirurgico. In via Duilio sono stati rinvenuti 4 bossoli calibro 9×21, due quelli che sarebbero andati a segno. I killer sono entrati in azione poco dopo le 11, incuranti della folla che gremiva le strade del quartiere.
Dinamica ancora da accertare, ma si sarebbe trattato di una incursione rapida, probabilmente dopo un segnale da parte di uno "specchiettista" che ha indicato la presenza dell'obiettivo. Le indagini sono affidate ai carabinieri, che sono intervenuti sul luogo dell'agguato e in ospedale e stanno cercando di ricostruire il raid, anche vagliando la possibilità che qualche impianto di videosorveglianza possa avere registrato elementi preziosi.
La faida a Fuorigrotta: gli omicidi tra i clan Troncone e Baratto
La pista maggiormente tenuta in considerazione, viste le modalità e la figura della vittima, è quella dell'agguato camorristico. In quest'ottica si tratterebbe dell'ennesimo fatto di sangue di una faida che si trascina ormai da anni e che vede coinvolti sia i clan del posto, che si contendono il controllo sul quartiere, sia quelli del Rione Traiano, che starebbero cercando di estendere la propria influenza su Fuorigrotta.
Il primo episodio che potrebbe collocarsi in questa faida è quello del marzo 2020, proprio il periodo in cui viene scarcerato Vitale Troncone: Gaetano Mercurio, detto "Sfilatino", viene gravemente ferito davanti a casa sua in via Terracina, nella parte alta, nei pressi della zona della Loggetta. L'uomo, che per gli inquirenti è un personaggio di punta proprio del gruppo Troncone, muore in ospedale l'11 aprile, dopo un mese di agonia.
Un anno dopo, il 15 marzo 2021, il secondo omicidio: a cadere sotto i colpi dei sicari è un anziano di 77 anni, commerciante. Alle forze dell'ordine basta poco per inquadrare il contesto: si tratta di Antonio Volpe, genero del boss Antonio Bianco "Cerasella" e ritenuto uomo di vertice dei Baratto-Bianco di Fuorigrotta. I killer lo uccidono vicino alla sua tabaccheria, nella zona del "Serpentone", la roccaforte del clan. È un omicidio pesante: Volpe è ritenuto un "vecchio saggio" della camorra flegrea, mediatore e paciere tra i clan. E probabilmente la sua morte ha un valore simbolico altissimo, può essere l'avvio ufficiale di una nuova faida.
Nelle settimane successive si registrano altri diversi episodi, come colpi di pistola esplosi in strada, delle stese (fenomeno relativamente raro a Fuorigrotta); intimidazioni che avrebbero avuto come obiettivo dei parenti di Volpe ma anche lo stesso Troncone. Fino all'11 novembre scorso, quando a Fuorigrotta, e ancora vicino alla caffetteria Troncone, viene ucciso il 30enne Andrea Merolla. Il giovane non risulta inquadrato nel clan, è praticamente un incensurato, ma ha una parentela pesantissima: è il nipote di Vitale Troncone. E potrebbe essere stato ucciso proprio perché esposto.
(articolo aggiornato alle 15:30 del 23 dicembre 2021)