Agguato a Napoli, Cinque ha aperto la porta ai killer. Ipotesi ritorsione per un furto
Quando i poliziotti sono arrivati sul posto, in via dello Scirocco, Raffaele Cinque, 50enne di Poggioreale, era già morto. Il suo corpo era a terra, in pigiama, in corrispondenza del balcone di casa sua, fori di proiettile sulla schiena; i bossoli, almeno una decina, erano sparsi tra l'abitazione e la strada. Scena del delitto da decifrare, ma la ricostruzione su cui lavorano gli inquirenti parla di un tentativo di fuga: l'uomo avrebbe tentato di scappare lanciandosi in strada ma i killer gli avrebbero sparato dall'appartamento e, probabilmente, anche dopo, da distanza ravvicinata.
Scappa dal balcone durante l'agguato
L'intervento nel rione della Bussola, tra San Pietro a Patierno e Poggioreale, nel cuore della notte, a seguito della segnalazione di colpi d'arma da fuoco. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli, col supporto dei poliziotti del commissariato di Secondigliano. Si parte da pochi dati certi: i colpi esplosi, calibro 7.65, sono stati almeno una decina, segno che chi ha sparato voleva uccidere. Probabilmente Cinque conosceva chi lo avrebbe poi ammazzato: sulla porta non sono stati rilevati segni di effrazione, sarebbe stato lui ad aprirla. Gli spari sarebbero partiti sull'uscio, Cinque sarebbe stato colpito anche mentre scappava. Gli esiti dell'autopsia saranno determinanti per capire se l'uomo è morto per le ferite riportate o per la caduta dal balcone, alto pochi metri.
Ipotesi ritorsione per un furto
Cinque non risultava organico a nessun clan ma avrebbe frequentato personaggi nell'orbita del clan Contini. Era però un volto ben conosciuto alle forze dell'ordine: aveva precedenti per furto, rapina e tentato omicidio, quest'ultimo reato legato ad un pestaggio di cui si era reso responsabile insieme ad un'altra persona nei confronti di un uomo che si era rifiutato di partecipare ad un furto.
Per gli investigatori si trattava di un "cane sciolto", specializzato in furti e rapine di scooter. E proprio questa "professione" potrebbe aver portato all'agguato: potrebbe aver pestato i piedi a qualcuno. O potrebbe, come sarebbe accaduto per Pasquale Sesso, ucciso a Santa Lucia nel luglio scorso, essersi rifiutato di pagare una tangente al clan per un "colpo".