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Agguato a Boscotrecase, i collegamenti tra Ariosto e l’omicidio davanti alla scuola a San Giovanni a Teduccio

Gaetano Ariosto, l’uomo ucciso oggi a Boscotrecase, era ritenuto legato ai Mazzarella-D’Amico; il fratello Pasquale è stato tra i condannati all’ergastolo per l’omicidio davanti alla scuola di San Giovanni a Teduccio.
A cura di Nico Falco
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I sicari lo hanno raggiunto in un box di via Rio, nel centro di Boscotrecase, e lo hanno ucciso con un solo colpo di pistola. Resta ancora da chiarire la dinamica della morte di Gaetano Ariosto, il 49enne vittima di un agguato nel primo pomeriggio di oggi nel comune della provincia di Napoli; il presunto responsabile si è costituito ai carabinieri poche ore dopo. Le circostanze restano da accertare ma col passare delle ore emergono elementi che collegano la vittima alla criminalità organizzata: l'uomo, così come il fratello Pasquale, era ritenuto legato al clan Mazzarella, e in particolare ai D'Amico, ramificazione del cartello a San Giorgio a Cremano. E il suo nome compare nel decreto di fermo per l'omicidio di Luigi Mignano, cognato del boss Ciro Rinaldi, ucciso mentre accompagnava il nipotino a scuola nell'aprile 2019; quello stesso agguato sarebbe scattato per vendicare Ariosto.

Agguato a Boscotrecase, Ariosto legato ai Mazzarella – D'Amico

I nomi di Gaetano e Pasquale Ariosto saltarono fuori nel corso delle indagini sull'omicidio di Luigi Mignano. Gli investigatori riuscirono ad identificare uno degli scooter coinvolti, un Piaggio Mp3, che era stato utilizzato da diversi pregiudicati legati ai Mazzarella-D'Amico. In particolare, il giorno 8 aprile, quello precedente all'omicidio, secondo la ricostruzione era stato utilizzato da Ciro Rosario Terracciano, che aveva fatto da battistrada per l'Sh nero che sarebbe di lì a poche ore usato per l'agguato. Il Piaggio Mp3, intestato a una società di noleggio con sede a Trento, era stato fermato per un controllo il 26 luglio 2018: in quella circostanza era condotto da Gaetano Ariosto.

Luigi Mignano ucciso davanti alla scuola a San Giovanni a Teduccio

L'agguato avvenne intorno alle 8 del mattino del 9 aprile 2019. Luigi Mignano fu colpito a morte in via Ravello, a San Giovanni a Teduccio, a pochi passi dalla scuola Vittorino da Feltre. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i killer spararono verso la sua automobile incuranti della presenza a pochi metri di genitori coi bambini e consapevoli del fatto che anche in quella vettura c'era un piccolo di pochi anni, accettando quindi la possibilità di ammazzare anche lui. Mignano rimase ucciso, il figlio ferito e il bambino non venne colpito per miracolo.

Il processo per quell'agguato, celebrato con rito abbreviato, si è concluso nel settembre 2020: ergastolo per Umberto Luongo, Ciro Rosario Terracciano, Pasquale Ariosto, Salvatore Autiero, Giovanni Salomone, Giovanni Musella e Gennaro Improta; 14 anni di reclusione per il boss, Umberto D'Amico, che dopo l'arresto era diventato collaboratore di giustizia. I primi 7 arresti per quell'omicidio erano scattati il 4 maggio, mentre Pasquale Ariosto era stato l'ultimo a finire in manette, sfuggito al blitz e scovato in una palazzina di Scampia nel dicembre 2019.

Quel raid sarebbe stato la vendetta per un pestaggio subito proprio da Gaetano Ariosto. A raccontare il retroscena era stato Umberto D'Amico. Tutto sarebbe partito dal furto di uno scooter e dal successivo pestaggio ai danni di Francesco Rinaldi, nipote del capoclan Ciro "My Way". "Dopo essere stato picchiato da dieci di noi per la vicenda dello scooter", aveva detto D'Amico, Rinaldi andò nella "paninoteca di Gaetano Ariosto e buttò a terra il furgone dei panini e picchiò chi stava facendo i panini, cioè il gestore". Quindi scattò la rappresaglia: gli affiliati dei Rinaldi non si facevano vedere in giro, quindi fu scelto Mignano, sorpreso mentre accomapagnava il nipotino a scuola.

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