Tony Colombo e Tina Rispoli arrestati: lei resta in carcere, per il neomelodico si decide lunedì
Il Tribunale del Riesame ha confermato l'ordinanza emessa nei giorni scorsi nei confronti di Tina Rispoli, accusata insieme al marito, Tony Colombo, di avere finanziato le attività legali e non di Vincenzo Di Lauro, boss dell'omonimo clan di Secondigliano; l'udienza si è tenuta ieri, 26 ottobre, gli avvocati della 48enne aveva chiesto la scarcerazione ma i giudici sono stati di diverso avviso: la donna resta quindi detenuta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.
Lunedì 30 ottobre il Riesame si esprimerà sulla posizione del marito di Tina, il cantante neomelodico Tony Colombo, attualmente recluso nel carcere di Secondigliano.
Tina Rispoli resta in carcere, Riesame conferma ordinanza
Tina Rispoli e Tony Colombo, all'anagrafe Antonino Colombo, erano stati arrestati dai carabinieri il 18 ottobre scorso nell'ambito di un blitz contro il clan Di Lauro, accusati di concorso esterno. Secondo la ricostruzione dei magistrati i due avevano fornito il denaro per i progetti di Vincenzo Di Lauro, secondo figlio del capoclan Paolo alias "Ciruzzo ‘o milionario".
I soldi, derivanti in gran parte dall'eredità del primo marito di Tina Rispoli, il boss Gaetano Marino, ucciso in un agguato nel 2012 a Terracina, sarebbero stati investiti nella droga, nell'allestimento di una fabbrica di sigarette clandestina ad Acerra e nel brand di abbigliamento "Corleone", che per gli inquirenti sarebbe stato ideato da Colombo e da Di Lauro.
Le motivazioni della decisione del Riesame verranno depositate entro 45 giorni. Gli avvocati della coppia, Carmine Foreste e Paolo Trofino, hanno annunciato di voler ricorrere in Cassazione. Dice a Fanpage.it l'avvocato Foreste:
Ho incontrato Tina Rispoli questa mattina, lei e il marito sono ancora increduli per la detenzione perché da sempre si sono professati estranei a quelle accuse.
Come collegio difensivo non siamo soddisfatti della decisione del Riesame perché a nostro avviso gli elementi a supporto non sono tali per poter ritenersi sufficienti per applicare la misura e i fatti contestati sono inoltre datati.
La difesa: "Con Di Lauro solo rapporti commerciali"
Ascoltati nei giorni successivi all'arresto, nel corso delle udienze di convalida del provvedimento, Tony Colombo e Tina Rispoli si erano detti estranei alle accuse. Sostanzialmente avevano confermato di conoscere la vicenda della fabbrica di sigarette (allestita a fine novembre 2018 e sequestrata pochi giorni dopo dalla Guardia di Finanza) ma avevano dichiarato di non essere coinvolti; Tina Rispoli, in particolare, aveva spiegato che si trattava di un affare del fratello, Raffaele Rispoli.
In merito al marchio di abbigliamento, Tony Colombo aveva spiegato che si trattava di un proprio progetto e, confermando i rapporti con Vincenzo Di Lauro, aveva spiegato che erano di natura esclusivamente commerciale per la distribuzione dei prodotti, che all'epoca era avvenuta anche tramite il negozio "Different 360" di Secondigliano, intestato alla moglie di Paolo Di Lauro e riconducibile per gli inquirenti alla famiglia del boss.
Vincenzo Di Lauro, durante l'udienza di convalida, si era detto colpevole per la vicenda della fabbrica delle sigarette, precisando però che l'operazione era stata finanziata da suoi contatti bulgari a cui aveva soltanto fornito un appoggio logistico; il 48enne ha ribadito di essere soltanto un imprenditore, estraneo alle dinamiche del clan, aggiungendo di pagare lo scotto per il suo cognome.