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Aeroporto Capodichino, voli troppo rumorosi su Napoli: le compagnie pagano 8 milioni di tassa sui disagi

Le compagnie aeronautiche hanno pagato alla Gesac 8 milioni per il periodo 2015-23. A Napoli i soldi usati per i giardini di piazza Cavour e asili.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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Gli aerei dell'aeroporto di Capodichino che volano su Napoli sono rumorosi. Le compagnie pagano 8 milioni di euro per il periodo dal 2015 al 2023 alla Regione Campania per i disagi arrecati agli abitanti.Di questo importo, il grosso andrà al Comune di Napoli, dove risiede anche lo scalo aereo, un'altra quota a Casoria. I soldi saranno utilizzati per ristrutturare asili e migliorare i giardini di piazza Cavour.

Si tratta dell'imposta regionale Iresa (Imposta Regionale sulle Emissioni Sonore degli Aeromobili), nata per compensare gli impatti derivanti dalle emissioni sonore nelle aree prossime agli aeroporti, che i vettori hanno versato a Gesac, la società che gestisce l'Aeroporto, che a sua volta ha trasferito le somme a Palazzo Santa Lucia pari a oltre 8 milioni.

Nel sedime aeroportuale ci sono 4 comuni: Napoli, Casoria, Afragola e Casalnuovo. Ma solo Napoli e Casoria hanno popolazione residente nelle zona A e B. Ad ottobre 2023 la Gesac ha redatto un report sulla distribuzione della popolazione tra i diversi comuni interessati delle isofoniche per gli anni 2015-21, dai quali si evince che Napoli è interessata per l'86% e Casoria per il 14%. Per i fondi relativi all'anno 2023, pari a 612mila euro, si è deciso di assegnare 526mila euro a Napoli e 85mila a Casoria.

Come saranno spesi i soldi per la tassa sul rumore degli aerei a Napoli

Le risorse recuperate a Napoli andranno alle Municipalità più colpite, ossia la III Stella-San Carlo all'Arena e VII Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno. Saranno realizzate nuove aree verdi con nuove piantumazioni, riqualificate quelle esistenti, con potenziamento e messa a rete per garantire piena e ampia fruibilità. Saranno poi installate centraline Arpac per i rilievi fonometrici.

Nella VII Municipalità le risorse saranno usate per il disinquinamento acustico dell'asilo nido "Aquino" di via Principe di Napoli, nel Parco Aquino, dove saranno spesi circa 200mila euro. Nella III Municipalità sarà riqualificata l'area a verde di piazza Cavour con una spesa di 250mila euro. Il servizio tutela dell'Ambiente comunale avrà 76mila euro per un progetto di monitoraggio congiunto con l'Arpac.

Che cos'è la tassa Iresa

L'imposta Iresa è stata istituita nel 2000 con la legge 342 (articolo 90) con l'obiettivo di usare i fondi recuperati per il completamento dei sistemi di monitoraggio acustico, disinquinamento acustico ed eventualmente, l'indennizzo delle popolazioni residenti nelle zone A e B, nell’intorno aeroportuale. La Regione Campania ha istituito l'imposta con la legge regionale 4 del 2014.

A Napoli nel 2002 è stata istituita presso l'Enac una commissione aeroportuale per studiare misure anti-rumore. Dal 2003, l'Aeroporto di Napoli si è dotato di una rete di monitoraggio acustico in grado di rilevare i tracciati radar e verificare il rispetto delle procedure anti-rumore. A partire dal 2005 sono state installate presso l'Aeroporto 8 centraline di monitoraggio del rumore aeroportuale, di cui 6 nel territorio comunale di Napoli e 2 nel territorio di Casoria.

Palazzo Santa Lucia nel 2021 aveva incassato 5,2 milioni e aveva stabilito di trattenere il 50% delle risorse per la Regione e destinare il restante da ripartire tra Arpac e Comuni. Questi ultimi avrebbero avuto solo il 24,5%. Il Comune di Napoli ha contestato la ripartizione, in quanto Napoli, ritenendo di subire il maggior impatto dallo scalo, essendo la città più vicina all'aeroporto e con presenza di scuole, ospedali e monumenti. L'anno scorso la Regione ha accettato la proposta di destinare ai comuni il 51% del gettito e formulare un programma di interventi.

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