Addio Rocco Di Blasi, maestro di giornalismo
Quella storia l'aveva raccontata, ma non aveva mai scritto un libro sulla sua storia professionale, sui "ragazzi di via Cervantes". Molti, ricordandolo con commozione, dicono che Rocco Di Blasi, morto oggi 73 anni, era stato fin troppo umile a non farlo. Nella sede napoletana dell'Unità erano state scritte corrispondenze destinate a fare la storia del giornalismo italiano degli anni Settanta e Ottanta: le lotte operaie e studentesche e le guerre di camorra, le svolte di Berlinguer, il terrorismo rosso e nero, nascita ed epilogo della giunta comunista di Maurizio Valenzi, il terremoto del 23 novembre 1980, le ‘mani sulla città' di affaristi e speculatori. Cronache sì pubblicate dal giornale del Partito comunista Italiano ma prodotte senza mai derogare all'obbligo etico e professionale della fedeltà ai fatti.
Nato a Pagani, scuole a Nocera Inferiore, carriera prima a Salerno e poi a Napoli da capocronista e inviato, poi a Roma e a Bologna, Rocco Di Blasi, una volta finita quell'Unità fu primo direttore (più che un direttore, un pioniere, ricordano i suoi stessi colleghi) del settimanale Il Salvagente che prese vita nel 1992 come supplemento de l'Unità e che presto divenne autonomo. Poi, sempre nel solco del giornalismo di servizio, direttore a Consumatrici.it.
Della memoria storica di quella fase del giornale fondato da Antonio Gramsci restano tracce nelle emeroteche e sul web, dove qualcuno ha pensato bene di salvare e rendere fruibile quell'incredibile patrimonio culturale e sociale rappresentato dai vecchi numeri de L'Unità.
Del modus operandi di quella fase delicata ed entusiasmante e dal contesto così particolare, pur non avendo mai scritto un libro, Di Blasi ha parlato in un ricordo scritto pochi mesi fa e pubblicato in occasione dei cento anni del Partito comunista italiano:
Non abbiamo mai nascosto nulla, anche se, errori degli amministratori a parte, da un certo momento contro, “la giunta rossa” scattò una vera e propria campagna di stampa precostituita. La nostra “bussola”, come redazione, non era d’altra parte, Maurizio Valenzi. Uno dei segreti della nostra “libertà” era che, quando prendevamo un’iniziativa, ognuno di loro pensava che l’avesse suggerita l’altro.
In realtà le iniziative erano quasi tutte nostre, anche se a volte traducevamo in giornalismo delle esigenze di partito. Comunque uscimmo pressoché indenni da anni in cui le guerre dei gruppi dirigenti erano abbastanza aspre.
Lo ricorda così Vincenzo De Luca, negli anni Ottanta responsabile della federazione di Salerno del Pci:
La scomparsa di Rocco Di Blasi ci addolora profondamente. Scompare oltre che un giornalista di grande qualità, una persona di straordinaria umanità, di grande garbo e signorilità, e un testimone attento e acuto di tante vicende che hanno segnato il nostro territorio, a cominciare dalla tragedia del terremoto del 1980. Lo ricordo con grande affetto e con dolore.