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Addio alla Venere degli Stracci di piazza Municipio: iniziati i lavori di smantellamento

Iniziato lo smantellamento della Venere degli Stracci: verrà trasferita nella Chiesa di San Severo al Pendino, in via Duomo. Al suo posto l’opera “Tu sì na cosa grande” di Gaetano Pesce.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La Venere degli Stracci lascia piazza Municipio: l'opera di Michelangelo Pistoletto, dopo cinque mesi di esposizione nel cuore di Napoli, si sposterà altrove. Questa mattina sono iniziati i lavori per lo smantellamento dell'opera, che troverà spazio presso la Chiesa di San Severo al Pendino, in via Duomo, a pochi passi dall'inizio di Forcella. Al suo posto, invece, verrà installata il 9 ottobre l'opera “Tu si ’na cosa grande” del maestro Gaetano Pesce, scomparso recentemente. La Venere degli Stracci diventerà prossimamente interamente di proprietà del Comune di Napoli, a seguito dell'atto di donazione voluto lo scorso 8 luglio dal maestro Michelangelo Pistoletto. L'opera, dal valore stimato di un milione di euro, diventerà di proprietà di Palazzo San Giacomo al termine dell'iter amministrativo.

"La Venere degli stracci ha rappresentato un esempio concreto di come l'arte possa trasformare e arricchire il tessuto urbano", ha commentato Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, "Siamo impegnati a sostenere e promuovere iniziative come ‘Napoli Contemporanea' per fare in modo che Napoli continui ad essere un crocevia di creatività e innovazione, un punto di riferimento culturale a livello internazionale". Cinque mesi di esposizione, dopo la "lunga pausa" dovuta all'incendio: inaugurata infatti il 28 giugno 2023, meno di due settimane dopo l'opera andò in fumo a causa di un incendio del quale venne indagato un 32enne senza fissa dimora. Dopo lunghi lavori, la Venere degli Stracci tornò al suo posto solo a marzo di quest'anno, riprendendo così quel filo interrotto il 12 luglio scorso. E dopo cinque mesi, stavolta ininterrotti, davanti Palazzo San Giacomo, ora ha iniziato a "spostarsi" verso la sua nuova destinazione, la Chiesa di San Severo al Pendino.

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