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Acquedotto romano di Napoli, arrivano i tecnici per la pulizia prima del restauro

Iniziati i lavori di pulizia ai Ponti Rossi, poi toccherà ai lavori di restauro dell’acquedotto augusteo, uno dei monumenti storici della Napoli antica.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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I lavori di pulizia all'acquedotto augusteo
I lavori di pulizia all'acquedotto augusteo

Sono iniziati i lavori di pulizia dell'acquedotto romano di Napoli nella zona dei Ponti Rossi (che prendono il nome proprio da esso): primi passi prima del restauro vero e proprio, che inizierà subito dopo. Il tutto fa parte del piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli e finanziato per un importo complessivo di 1,8 milioni di euro. Della vicenda si sono occupati i consiglieri metropolitani delegati, Antonio Caiazzo (Piano Strategico), Antonio Sabino (Patrimonio) e Salvatore Flocco (Protezione Civile): quest'ultimo era presente sul posto questa mattina assieme a Fabio Greco, presidente della Terza Municipalità di Napoli, e ai consiglieri Regina Aluzzi e Gabriele Petagna.

Particolarmente complessa la fase di pulizia e di liberazione della vegetazione che ha praticamente avvolto lo struttura, ultimo residuo "originale" del lungo acquedotto che dai Monti del Partenio portava l'acqua all'antica città romana di Neapolis. Lavori che sono stati realizzati da una ditta specializzata e che dureranno almeno 7 giorni per quanto riguarda la liberazione dalla vegetazione, e 60 giorni totali per le attività di rilievo, sondaggio e scavo. Predisposto anche un piano di viabilità ad hoc, visto che per il periodo dei lavori non si potrà transitare per la zona: tuttavia, le attività maggiori come quelle di rilievo e di indagine si svolgeranno in orario notturno, per evitare traffico pedonale e veicolare.

L'acquedotto, propriamente detto "del Serino" dal nome della sorgente nel Partenio, ma conosciuto come "Augusteo" perché voluto da Augusto (il nome latino Aqua Augusta Campaniae), era stato costruito dall'architetto Marco Vipsanio Agrippa (ideatore, tra gli altri, anche del Pantheon di Roma), tra il 33 ed il 12 avanti Cristo, per risolvere le carenze idriche militari che affliggevano i Campi Flegrei, dove stanziava la flotta di Miseno, e rifornire il porto di Puteoli, oggi Pozzuoli. Lungo il suo percorso aveva poi varie diramazioni che portavano acqua anche a Neapolis, Herculaneum e Pompeii a sud e infine Cuma a nord. Oggi, i resti esterni dell'acquedotto in quasi perfette condizioni sono proprio quelli dei Ponti Rossi, così chiamati perché altro non sono che le antiche arcate dell'acquedotto, caduto in disuso nel Medioevo. Un'imponente opera di ingegneria romana, lungo 140 chilometri molti dei quali interrati (e ancora visibili), che racconta diverse pagine di storia di Napoli: basti pensare che attraverso di esso, l'esercito bizantino entrò in città, nel VI secolo avanti Cristo, entrando nel punto in cui oggi c'è via Carbonara, attraversando le grotte sotterranee e sbucando dall'altra parte della città, sorprendendo così l'esercito dei Goti che difendeva la città principalmente stanziando le mura.

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