L’acquedotto Abc Napoli cambia statuto e potrà essere Spa. Rivolta dei comitati, si dimette la presidente
L’Abc Napoli, l’azienda speciale dell’acqua pubblica che gestisce acquedotto e fognature, cambia statuto. Dal nuovo Cda saranno esclusi i comitati ambientalisti, che attualmente contavano due membri. Introdotte anche le indennità per gli incarichi, finora gratuiti. Mentre in virtù della normativa nazionale, con la legge Meloni sulle aziende speciali, si profila la possibilità di trasformare Abc in SPA dal 2027, quando scadrà l’attuale affidamento. Ma su questo punto l’amministrazione Manfredi ha in corso degli approfondimenti in merito. Il sindaco e la maggioranza hanno ribadito che l’Abc non sarà privatizzata.
Rivolta dei comitati ambientalisti
Il nuovo statuto è stato approvato dalla giunta Manfredi con la delibera 226 del 2024, ma non è ancora entrato in vigore. Servirà anche l’ok del consiglio comunale. La notizia, però, ha già scatenato la rivolta dei comitati, che oggi si sono riuniti in presidio in piazza Municipio. Padre Alex Zanotelli, da sempre in prima linea per la difesa dell’acqua pubblica, si è incatenato ad un albero. Affiancato dalla consigliera regionale Marì Muscarà.
La presidente Sardu si dimette
Mentre oggi, a sorpresa, si è dimessa la presidente di Abc, Alessandra Sardu, nominata dall’ex sindaco Luigi De Magistris – che ha fondato l’Abc, sigla che sta per Acqua Bene Comune, dall’ex Arin – e confermata da Manfredi. Il mandato di Sardu sarebbe scaduto l’11 giugno e la prossima settimana era stato annunciato anche un brindisi di saluto in azienda, che a questo punto potrebbe saltare.
Le dimissioni "con effetto immediato e irrevocabile" sono state presentate in occasione dell’ultima seduta del triennio di mandato del CdA di ABC, nella quale è stato approvato anche il nuovo piano di fabbisogno del personale. Le dimissioni sono state comunicate al Cda di Abc e ai vertici del Comune di Napoli.
La protesta di Cgil e Filctem: “Modifiche senza confronto”
I sindacati Cgil e Filctem Napoli e Campania in una nota hanno criticato l’approccio dell’amministrazione:
"L'improvvisa decisione della giunta comunale di Napoli di modificare lo Statuto di Abc, è stata assunta senza alcun confronto con associazioni e sindacati. Una modifica che, a nostro avviso, rappresenta il primo passo di una complessiva messa in discussione del modello societario, unico in Italia, su cui è stata costituita l'azienda dando seguito agli esiti referendari del 2011".
Il segretario confederale Cgil Napoli e Campania, Raffaele Paudice, e la segretaria generale Filctem Cgil Napoli e Campania, Lella Messina, hanno commentato:
"Si tratta di modifiche non marginali che intervengono su alcuni dei punti qualificanti dello Statuto come la partecipazione di espressioni della società civile aprendo la strada a uno snaturamento di Abc e le modalità di redazione del bilancio, che non sarà più partecipato. Abc gestisce un servizio fondamentale per i cittadini di Napoli e – sostengono Cgil e Filctem – deve essere protagonista del ridisegno del ciclo idrico integrato di Napoli e del suo ambito. Un soggetto industriale forte cui devono essere date risorse e capacità per continuare a crescere nell'ottica dello sviluppo ecosostenibile del nostro territorio. Per questi motivi i suoi assetti societari devono essere oggetto di un confronto trasparente con la cittadinanza e non il frutto di decisioni improvvisate dettate da interessi che non sono quelli dei cittadini napoletani".
"Cgil e Filctem ritengono che il Comune abbia intrapreso un percorso sbagliato e per questo chiedono un confronto serrato prima di ogni decisione assunta a colpi di maggioranza, ritenendo che Abc e la città di Napoli abbiano altre priorità a partire dal completamento del ciclo integrato delle acque, come previsto peraltro dalla legge regionale del 2015".
Cisl: "Primo passo verso la normalizzazione"
Soddisfatti dalle modifiche i segretari della Cisl Napoli Melicia Comberiati e della Femca Cisl Campania Venanzo Carpentieri:
"Dalla lettura della delibera di Giunta Comunale n.226/2024 relativa alla modifica dello Statuto, non possiamo che apprezzare il primo passo verso la normalizzazione di Acqua Bene Comune Napoli. Auspichiamo che, finalmente, si possano nominare veri manager a gestire l’azienda. Che sia, piuttosto, l’occasione per la partecipazione dei lavoratori – che sono i primi attori – alla gestione dell’Azienda, magari nel solco tracciato dalla Proposta di Legge Cisl “La Partecipazione al Lavoro”.
E ancora:
"Un plauso anche alla scelta di remunerare l’incarico di consigliere di amministrazione dell’Azienda. ABC era additata quale esempio, certamente, ma quale esempio negativo! Nessuno ha mai seguito, infatti la strada intrapresa a Napoli. Ricordiamo ancora con sgomento come un consigliere sorteggiato tra gli ambientalisti abbia dato le dimissioni immediatamente dopo la prima riunione del CdA, quando vennero poste sul tavolo decisioni importanti, da assumere senza alcuna preparazione né competenza, oltre che gratuitamente. Invece che spalleggiare plateali proteste, ci si concentri sulla necessità che ha ABC di una governance seria, che affronti il problema dell’ormai annoso sottodimensionamento degli organici, così come dell’aumento esponenziale del contenzioso del lavoro (fummo facili profeti durante un incontro con i Consiglieri Comunali di qualche anno fa).
E concludono:
Certamente, rimangono da normalizzare le relazioni con le parti sociali. Sarebbe stato opportuno un preventivo confronto con le Organizzazioni sindacali prima di procedere alla proposta di modifica dello Statuto. Questo, inoltre, dovrebbe restituire dignità alle relazioni sindacali, oggi mortificate da una previsione di ratifica degli accordi da parte del CdA, che negli anni e’ spesso avvenuta a distanza di mesi o non è affatto avvenuta, come nel caso dell'ultima seduta del CdA che, al momento di deliberare su di un accordo sindacale di secondo livello, ha registrato la mancanza di numero legale, vanificando, per ora, mesi di impegno dei rappresentanti sindacali interni. Insomma – concludono Comberiati e Carpentieri – qualcosa si muove, ma tanto c’è ancora da fare per garantire ABC ed i suoi lavoratori, e per fornire un servizio sempre più efficiente agli utenti. Un’azienda diversamente strutturata – per inciso, non ci spaventa la forma della Società per Azioni – potrebbe concorrere per ampliare il proprio raggio di azione ed esportare le proprie competenze al di fuori dell’Ambito di Napoli Città? Probabilmente si, ed allora, è il momento di affrontare questa nuova sfida".
Il vicepresidente Abc: “Mancanza di rispetto”
Il vicepresidente di Abc Napoli, Domenico Aiello, nominato nel cda dell'azienda idrica del Comune di Napoli in rappresentanza del Wwf Italia, ha abbandonato polemicamente la seduta di oggi del Cda, per protestare contro:
l’intenzione di modificare lo statuto societario, eliminando il bilancio ecologico e partecipato e la presenza dei due componenti delle associazioni ambientaliste nel Cda di Abc Napoli".
Aiello parla di:
“un ingiustificabile disconoscimento dei fondamentali e indiscutibili risultati raggiunti dal Cda, anche in campo ambientale. Nonostante le enormi difficoltà e le condizioni critiche in cui versava l’azienda al momento del nostro insediamento, abbiamo portato avanti il mandato con onore e diligenza sin dal primo giorno, a titolo completamente gratuito, spinti solo dall’amore per la città e dalla volontà di proteggere la sua preziosa acqua e il suo patrimonio ambientale, per garantire un futuro di benessere e salute per i cittadini e per dimostrare che esiste un altro modo di gestire il bene comune per eccellenza, l’acqua”.
E conclude:
“Prendo atto delle dimissioni della presidente Alessandra Sardu che ringrazio per il lavoro svolto e dichiaro che per senso di responsabilità, assumerò la funzione di presidente per la sola gestione degli affari urgenti, al fine di evitare che questa crisi possa gravare su Napoli e sui napoletani. Chiedo quindi al sindaco un confronto urgente”.
Acampora (Pd): “Abc resta pubblica”
Sulla vicenda interviene Gennaro Acampora, capogruppo del Partito Democratico nel consiglio comunale di Napoli:
“Nessuna privatizzazione di Acqua Bene Comune: a Napoli l'acqua è pubblica e resterà pubblica, ma serve anche un'azienda più solida, con una struttura che valorizzi meglio i 130 milioni fatturati in e li investa tanto in nuove assunzioni quanto nella rete. Il nuovo statuto risponde a queste necessarie esigenze di miglioramento dell'azienda, delle quali ripeto non vanno e non andranno mai messe in dubbio la natura e le finalità pubbliche”.
E conclude:
“Quanto al coinvolgimento dei comitati il gruppo del Partito Democratico vigilerà su questo punto come sull'efficacia degli investimenti, per un servizio sempre migliore e sicuro verso i cittadini. Oggi il vero problema non è la distribuzione dell’acqua ma la gestione delle fogne: dobbiamo completare il ciclo e i fatti recenti ci dimostrano quanto sia importante intervenire sul punto”.
Fico (M5S): "Mai una Spa a Napoli"
Anche Roberto Fico, ex presidente della Camera dei Deputati, ora presidente del Comitato di garanzia del Movimento 5 Stelle, ha detto la sua sulla questione:
Mai una Spa a Napoli. Questa maggioranza e questa amministrazione perseguono e vogliono l'acqua pubblica e la gestione dell'acqua pubblica sul modello di Abc Acqua Bene Comune. Su questo la maggioranza ha un patto e non si transige. Questo è anche quello che ha dichiarato Manfredi e il Movimento su questo c'è al 100%
Fico prosegue:
Noi come consiglieri comunali del M5s – assicura l'ex presidente della Camera – terremo un canale diretto con tutti i comitati e discuteremo con loro eventuali modifiche. Il punto vero riguarda la scadenza dell'affidamento del Comune all'Abc: il governo Meloni vuole imporre una Spa a cui noi ci opponiamo già da adesso e troveremo ogni modo e ogni cavillo perché noi vogliamo che il modello Abc sia rafforzato e valorizzato ancora di più. Quindi è la Meloni e il governo che ancora una volta attaccano i beni comuni