Achille Lauro: perché il cantante ha il nome dello storico sindaco di Napoli
Il nome di Achille Lauro, oggi, evoca nei giovani e nei giovanissimi, ma non solo, il pensiero a Lauro De Marinis, vero nome dell'artista che si cela dietro lo pseudonimo e che, per il suo talento ma anche per la sua spregiudicatezza, ha un seguito molto nutrito. Classe 1990, nato a Verona ma cresciuto a Roma, Achille Lauro vanta già due partecipazioni al Festival di Sanremo: proprio sul palco dell'Ariston, il rapper romano si è fatto conoscere dal grande pubblico con la canzone "Rolls Royce".
Forse non tutti sanno, però, che il nome d'arte del rapper è stato ispirato da Achille Lauro, armatore nonché sindaco di Napoli dal 1952 al 1957 e poi ancora, per pochi mesi, nel 1961. A tal proposito, il cantante ha dichiarato di averlo scelto come nome d'arte perché, soprattutto quando era bambino, in molti associavano il suo nome di battesimo con il cognome del famoso armatore.
Chi era Achille Lauro, armatore, editore e dirigente sportivo
Nato a Piano di Sorrento, nella Penisola Sorrentina, nel 1887, figlio dell'armatore Gioacchino Lauro, Achille divenne ben presto a sua volta armatore, nonché fondatore della Flotta Lauro, un vero e proprio impero nautico.
Durante il Ventennio fascista, Lauro divenne consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e, nel 1939, succedette a Giorgio Ascarelli come presidente del Calcio Napoli, incarico che mantenne fino al 1969, quando lasciò il posto all'ingegnere Corrado Ferlaino. Dopo le Quattro Giornate di Napoli, nel 1943, Achille Lauro venne tratto in arresto dagli Alleati e portato nel campo di concentramento di Padula, nella provincia di Salerno, e poi in carcere: nel 1945 venne assolto da ogni accusa.
Fu sindaco di Napoli per due mandati
Dopo aver contribuito alla nascita del Partito Nazionale Monarchico, dal 1952 al 1957, e ancora per pochi mesi nel 1961, Achille Lauro fu sindaco di Napoli. Figura tanto amata quanto discussa, fu soprannominato dai napoletani "Comandante", proprio grazie alla sua flotta.
Sotto la guida di Lauro, a Napoli cominciò quel processo di speculazione edilizia tratteggiato simbolicamente da Francesco Rosi nel suo film "La mani sulla città".