L’accordo segreto tra la Campania e il fondo russo: “Il capo è Kirill Dmitriev, oligarca di Putin”
Era il marzo del 2021 quando Vincenzo De Luca, nella sua tradizionale diretta Facebook del venerdì, annunciò in pompa magna che la Regione Campania aveva sottoscritto un contratto per la fornitura del vaccino Sputnik. Un vaccino che in Campania non è mai arrivato. Quell'accordo, fu stipulato dalla società dalla SoReSa, società della Regione, con il fondo sovrano russo RDIF al cui vertice ancora oggi c'è Kirill Dmitriev, uno degli oligarchi russi più vicino a Putin. Dmitriev fu investito da Putin a seguire gli affari italiani, quando l'ex Presidente del consiglio Giuseppe Conte chiese aiuto ai russi per fronteggiare la pandemia da Covid 19 nel marzo del 2020, da allora l'oligarca ha seguito molti degli affari russi in Italia.
Oggi Dmitriev è sottoposto a sanzioni internazionali a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina e della guerra che sta insanguinando l'est Europa. Nonostante le continue richieste di poter accedere al contratto stipulato da De Luca con i russi da parte del leader dell'opposizione in Campania Stefano Caldoro, a 10 mesi di distanza la Regione Campania non ha ancora reso pubblico quell'accordo. La motivazione è che si tratta di un accordo "segreto", che può essere reso pubblico solo con il benestare dei russi. Addirittura esisterebbero delle "penali" da pagare ai russi in caso di diffusione di qualsiasi informazione sul contratto, mentre la fornitura di vaccino è stata annullata.
L'accordo segreto in un appalto pubblico: "Cosa c'è di riservato?"
Quando 10 mesi fa Stefano Caldoro richiese l'accesso agli atti per vedere i termini del contratto tra SoReSa e Russian Direct Invest Fund, la guerra in Ucraina era ancora lontana, ma il sistema di potere russo fondato su un gruppo di oligarchi vicino a Putin e un paese dove la democrazia non è che un lontano miraggio, era ben noto.
Eppure in Italia a più livelli si facevano appelli alla collaborazione con Putin, sia a livello nazionale con il governo di Giuseppe Conte , sia nelle Regioni, con il contratto stipulato da De Luca. "Ci hanno consegnato l'incartamento sulle procedure, che si poteva scaricare da internet, ma la sostanza vera, il contratto, non ce lo hanno fatto vedere – spiega Caldoro a Fanpage.it – dicono che c'è una clausola di riservatezza che impegna i due contraenti, ma mi chiedo che riservatezza può esserci su un appalto pubblico?. La "casa di vetro", la trasparenza, è la prima vittima di questa situazione".
De Luca aveva chiarito che la fornitura dello Sputnik sarebbe arrivata solo dopo l'approvazione delle agenzie italiana ed europea del farmaco, ma i termini di quel contratto stipulato potrebbero riguardare anche altro. "Non si tratta solo di cacciar fuori i soldi subito – sottolinea Caldoro – ma anche di accordi commerciali o economici che possono essere stati presi con i russi, qual è questa riservatezza a cui si appellano?". In barba ad ogni norma di trasparenza sugli appalti pubblici la Regione Campania continua a non rendere pubblico il contratto. Ma è l'assetto del fondo russo, guidato da uno degli oligarchi più vicini a Putin, a suscitare preoccupazione.
Dalle elezioni di Trump al Covid 19, Dmitriev tra gli uomini più vicini a Putin
Kirill Dmitriev ha una carriera lunga accanto a Vladimir Putin. Il Washington Post pochi mesi fa ha spiegato che il rapporto tra i due è favorito da una grande amicizia tra la figlia di Putin e la moglie dell'oligarca. "Il nome di Dmitriev compare 178 volte nel "Mueller report", redatto dal dipartimento di giustizia americano sulle interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali del 2016 vinte da Trump" spiega a Fanpage.it Giuliano Granato, di Potere al Popolo. A leggere il rapporto ci sono interi paragrafi dedicati d Dmitriev ed in particolar modo agli incontri avuti con Erik Prince e con Steve Bannon prima e dopo le elezioni americane del 2016 che portarono alla vittoria di Trump. Come stabilito dalle istituzioni americane, il "sistema di troll" su Facebook e Twitter, gestito direttamente dai russi, favorì l'ascesa di Trump alla presidenza americana.
Gli incontri con Bannon, già protagonista dello scandalo "Cambridge Analytica" e "padre" della cosiddetta internazionale sovranista, mostrano come il ruolo di Dmitriev sullo scacchiere internazionale sia sempre stato legato alla penetrazione dei russi negli affari interni di altri paesi. "Dmirtiev aveva frequentazioni con Bannon, che in Italia ha avuto rapporti stretti con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, e che ha sempre provato a spostare le politiche dei paesi europei in maniera conforme a quella di Donald Trump" spiega Granato.
Quando a Marzo del 2020, nel pieno della pandemia globale, l'allora presidente del consiglio Giuseppe Conte chiede aiuto a Putin per fronteggiare l'emergenza da Covid 19, il leader russo mette a capo del programma di aiuti proprio Krill Dmitriev. Una missione che lo ha ben introdotto negli affari italiani e che gli ha portato anche un'altissima onoreficenza della presidenza della Repubblica, quella della "Stella d'Italia", conferitagli a maggio 2020 e di cui ancora oggi, nonostante sia colpito da sanzioni internazionali, resta insignito.
Nel 2021 l'annunciata ‘disponibilità' del vaccino Sputnik (mai approvato dalla farmacovigilanza europea e italiana) consente di far entrare i russi nella pieno della vicenda Covid italiana. L'operazione è veicolata anche da Vincenzo Trani, napoletano e presidente della Camera di commercio Italia – Russia, una sorta di braccio operativo del RDIF e quindi di Dmitriev. La propaganda intorno al vaccino russo porta alla chiusura dell'accordo con la Regione Campania e ad altri accordi commerciali con aziende private italiane che con altre istituzioni sanitarie, come l'ospedale Spallanzani di Roma. "Dmitriev non è certo un parvenu – sottolinea Granato – ha avuto rapporti con i vertici della politica italiana, oggi è colpito da sanzioni e questo ci fa vedere tutto in un'altra luce".
L'ultima apparizione di Dmitriev sullo scenario italiano è l'incontro in videoconferenza del gennaio 2022 tra Putin e alcuni grandi imprenditori italiani a pochi giorni dall'inizio della guerra in Ucraina. Incontro che fece scalpore tanto da far immaginare ad un "canale diplomatico parallelo" in una situazione di guerra alle porte. Anche in quella occasione, accanto a Putin e Dmitriev, in collegamento dall'Italia c'era Vincenzo Trani.
Il contratto con Dmitriev è ancora segreto: "Accordi con penali in favore dei russi"
Dopo 10 mesi, una guerra in atto e il capo dell'RDIF colpito da sanzioni internazionali, c'era da aspettarsi che la Regione Campania volesse fare chiarezza su quel contratto firmato con la struttura di Dmitriev lo scorso anno. Invece l'accordo resta ancora segreto. Il 12 aprile Stefano Caldoro ha scritto nuovamente alla SoReSa per avere accesso al contratto completo stipulato con il fondo sovrano russo, e la risposta dell'azienda della Regione Campania ha ribadito l'opposizione alla pubblicazione del contratto con RDIF. Nella nota inviata a Caldoro, il direttore generale Alessandro Di Bello spiega che non solo l'accordo è segreto ma che esistono addirittura delle penali sottoscritte da Palazzo Santa Lucia con la struttura di Dmitriev. In buona sostanza per vedere il contratto si deve chiedere il permesso ai russi, senza il quale: "la Società sarebbe esposta ad azione di risarcimento danni da parte della controinteressata, con evidenti profili di natura contabile" scrive SoReSa. Nel documento datato 22 aprile 2022, la SoReSa specifica che la fornitura del vaccino è stata annullata e per questo motivo lo stesso Caldoro non può più chiedere spiegazioni in merito. "Appare evidente che non vi possa più essere un interesse concreto ed attuale utile per l’esercizio delle funzioni di rappresentanza politico amministrativa
inerenti alla Sua carica di Consigliere Regionale e rappresentante dell’opposizione" scrive Di Bello di SoReSa. Per la Regione Campania quindi non solo l'accordo con la struttura di Dmitriev deve restare segreto, ma essendo saltata la fornitura di Sputnik i consiglieri regionali non possono nemmeno chiederne conto. Un mistero che però non riguarda un "affare privato" ma un atto pubblico compiuto da un'azienda di proprietà della Regione Campania.