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Accoltellato al Borgo Sant’Antonio Abate: il denunciato fu arrestato dopo la sparatoria nel Pellegrini

Il 22enne denunciato per il ferimento di un 35enne nella notte a Napoli era stato arrestato per il ferimento di un giovane, episodio a cui seguì la sparatoria nel Pellegrini.
A cura di Nico Falco
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Il 22enne che è stato denunciato con l'accusa di avere ferito con una coltellata un ragazzo nella notte al Borgo Sant'Antonio Abate era già finito in manette tre anni fa, nell'ambito delle indagini sulla sparatoria all'interno del Pronto Soccorso del Pellegrini, nel centro di Napoli: secondo l'accusa aveva poco prima gambizzato un ragazzo, episodio a cui seguì il raid armato in ospedale, quando altri due giovani aprirono il fuoco contro i soccorritori della vittima.

Accoltellato al Borgo Sant'Antonio Abate, denunciato un 22enne

Sull'episodio della notte scorsa sono ancora in corso accertamenti. La vittima, un 35enne del Borgo, si è presentato al Pellegrini con una ferita da arma da taglio alla spalla sinistra; ha riferito di essere stato accoltellato poco distante dalla sua abitazione, in Vico Santa Maria del Riposo, nel quartiere San Lorenzo. Per l'uomo una prognosi di 12 giorni. In ospedale sono intervenuti i carabinieri della Compagnia Stella, che hanno avviato le indagini. Nel giro di poche ore i militari sono arrivati al presunto responsabile, Giuseppe Iaselli, già noto alle forze dell'ordine, che è stato denunciato. I motivi del ferimento non sono ancora chiari, probabile che si sia trattato di un litigio tra conoscenti.

Spari al Pronto Soccorso del Pellegrini, 3 arrestati

Iaselli era stato arrestato nel settembre 2019, nelle indagini sul raid nell'ospedale napoletano, in parte ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. I fatti risalivano al precedente 17 maggio, quando due persone avevano fatto irruzione nel Pronto Soccorso pistola in pugno e avevano aperto il fuoco contro alcuni coetanei che avevano appena portato in ospedale Vincenzo Rossi, gambizzato pochi minuti prima. Secondo la ricostruzione Iaselli aveva sparato a Rossi ad entrambe le gambe mentre Vincenzo D'Avino e Arturo Picco avevano organizzato la successiva azione in ospedale.

Quei due episodi avvenuti a pochi minuti di distanza, hanno ricostruito gli inquirenti della Dda, erano maturati in un contesto camorristico e nell'ambito del traffico di droga. Le immagini della videosorveglianza e le intercettazioni si erano rivelate fondamentali per l'identificazione di tre giovani, che erano stati quindi arrestati con l'accusa di tentato omicidio, lesioni personali gravi e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, con l'aggravante del metodo mafioso. Nel giugno 2021, in secondo grado, Iaselli era stato condannato a 2 anni e 5 mesi di reclusione (3 anni e 8 mesi in primo grado), mentre D'Avino a 5 anni e 8 mesi (8 anni in primo grado) e per Picco era stata confermata la condanna a 8 anni di reclusione.

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