A Roscigno il sindaco accompagna i bimbi con lo scuolabus: “Ho solo 2 dipendenti, tutti devono aiutare”
A Roscigno, paese del Cilento di 649 abitanti, il sindaco Pino Palmieri accompagna i bambini a scuola con lo scuolabus. “Siamo una piccola comunità – dice il primo cittadino a Fanpage.it – dobbiamo essere disponibili a fare un po' di tutto. La mia giornata da sindaco è a tempo pieno, dove andiamo cerchiamo di essere di supporto. Diamo una mano”.
Roscigno è un piccolo comune montano sugli Alburni. Palmieri è sindaco da 9 anni, al terzo mandato, dopo la prima elezione nel 2014. L'ultima conferma lo scorso anno. “Qui, purtroppo, non abbiamo grandi risorse – spiega il primo cittadino – solo due dipendenti a tempo pieno e pochi altri a tempo parziale. Abbiamo dei volontari del servizio civile che ci aiutano. Ma quando c'è necessità per qualche intervento, vado io. Ieri pomeriggio i volontari non c'erano e io ho accompagnato alcuni bimbi con lo scuolabus, che era guidato dal nostro operaio specializzato, Giuseppe Sacco”.
“Abbiamo un pulmino in prestito”
“Il Comune non ha grosse entrate – riprende il sindaco Palmieri – Facciamo il trasporto in house per ridurre i costi. Abbiamo un pulmino preso in prestito dal Piano di Zona, un 9 posti che usiamo per il trasporto scolastico. A Roscigno ci sono la scuola secondaria inferiore e la materna, dove i figli dei rifugiati hanno iscritto i bimbi. Ma le scuole primarie sono a Bellosguardo e a Corleto. Noi garantiamo il trasporto dei nostri bambini a Bellosguardo. Per Corleto non riusciamo a farlo perché ci sono lavori in corso sulle strade provinciali. Siamo un Comune montano, qui viviamo sempre in emergenza. I dipendenti vanno in pensione. La manutenzione del territorio è quasi nulla. La Provincia adesso sta intervenendo su due strade che erano chiuse rispettivamente da 12 e 13 anni. Abbiamo bimbi che per venire a studiare da noi, dal Comune di Sacco, sono costretti a percorrere ogni giorno 30 km, invece di 5″.
A Roscigno ospitate anche tanti rifugiati?
Sì, dal 2011. Prima c'era il CAS chiuso nel 2014. Oggi abbiamo il centro SAI, ex SPRAR, con 30 posti, che ospita 3 famiglie e in più ragazzi singoli. Noi puntiamo molto sull'integrazione, però, non solo sull'accoglienza. Abbiamo alcune famiglie di rifugiati che dal 2011 hanno scelto di fermarsi qui in pianta stabile. Lavorano per il territorio con un progetto col Comune ogni mattina dal lunedì al venerdì e il pomeriggio nei campi. Tre famiglie, con mogli e figli, vivono nelle case popolari che abbiamo assegnato loro, che prima erano occupate dagli abusivi. Sono a pieno titolo cittadini di Roscigno. Pagano l'affitto. Hanno ritrovato una dimensione umana e familiare e sono molto integrati. Noi siamo una piccola comunità, possiamo dare il nostro contributo. C'è la possibilità di ospitare famiglie in modo sano e farle integrare.
Che altro state facendo?
Col ministero dell'Interno siamo riusciti a farci finanziare una Scuola di arti e mestieri, che sarà ultimata nel 2025. Stiamo facendo il progetto definitivo. Perché questi ragazzi, i nostri e i rifugiati, bisogna formarli per farli inserire nel mondo del lavoro. Se non ci sarà una spesa oculata del PNRR continueremo a fare debiti per opere che non servono. Oggi servono soldi soprattutto per le manutenzioni. Sono le risorse per la spesa corrente che mancano.