A Posillipo il “funerale hawaiano” per ricordare Cristina Frazzica, travolta in kayak
Una corona di fiori, il commosso minuto di raccoglimento e poi il suono di una chitarra, l'acqua che schizza verso l'alto, le torce e i fiori lanciati in mare: si è ispirato al rito funebre hawaiano il saluto che il Coni di Napoli e le associazioni e federazioni di Sup e Kayak hanno tributato a Cristina Frazzica, la 30enne uccisa da una imbarcazione nelle acque di Posillipo il 9 giugno scorso. L'evento è stato immortalato nelle storie pubblicate su Instagram dall'account kayaknapoli.
Il funerale hawaiano per Cristina Frazzica
Appuntamento nel pomeriggio di ieri, 29 luglio, alle 18, a Pietra Salata, davanti a villa Rosebery, proprio in corrispondenza del punto dove, quasi due mesi fa, una imbarcazione travolse il kayak su cui c'era Cristina e un amico napoletano, senza lasciare scampo alla giovane. All'evento erano presenti anche i familiari della ragazza, arrivati da Voghera, dove la giovane era cresciuta prima di trasferirsi a Napoli per proseguire gli studi, frequentando il master della Pharmatech Academy all’Università Federico II.
La Scuola Napoli Sup e Kayak ha messo a disposizione gratuitamente le piccole imbarcazioni per le persone che hanno voluto prendere parte al saluto. Nel corso della cerimonia è stato srotolato uno striscione: "A terra stateci voi, io voglio vedere il mare". Per la sorella gemella, Martina, "ricordarla così è stato quasi liberatorio".
Il motoscafo ad alta velocità vicino ai kayak
Il rito, come si vede anche nei video, è stato disturbato da un motoscafo che sfrecciava ad alta velocità sotto costa e nei pressi dei kayak. Il natante è stato fermato e controllato dalla Guardia Costiera, allertata dalle urla dei partecipanti preoccupati.
La tragedia nel mare di Posillipo
I funerali di Cristina Frazzica si sono tenuti il 17 giugno a Voghera, la cittadina lombarda dove la famiglia, originaria della Calabria, si era trasferita molti anni fa. Per la tragedia c'è attualmente un unico indagato, l'avvocato napoletano Guido Furgiuele, che pochi minuti dopo lo schianto aveva soccorso l'amico di Cristina rimasto illeso.
Il penalista ha riferito di essere venuto a conoscenza dell'incidente nei momenti del salvataggio e di non essersi accorto di una collisione, tanto da essere convinto che non fosse la sua la barca che aveva travolto i ragazzi.
L'imbarcazione, individuata dagli investigatori in una posizione compatibile con l'incidente grazie alle telecamere, era stata sequestrata nei giorni successivi, così come il kayak, ed erano stati effettuati esami su entrambi per chiarire se effettivamente la canoa fosse stata travolta dalla barca del penalista; gli esiti degli accertamenti non sono ancora pronti.