A Ponticelli la faida con la scarcerazione del boss: dopo gli omicidi tornano le bombe
Prima il duplice omicidio di camorra nel rione Fiat di Ponticelli, poi sono tornate le bombe. Tutto nel giro di poche ore, e in quello che era considerato il fortino dei De Martino, il clan degli XX, alleato con i De Micco. In un momento in cui i "rivali naturali", i De Luca Bossa, sono indeboliti dagli arresti. Situazione estremamente delicata, che, insieme a quanto emerso sull'agguato di mercoledì, porta gli inquirenti verso una tesi chiara: gli accordi tra i De Micco e i De Martino sono saltati, e i "Bodo" hanno lanciato l'offensiva contro gli "XX". E, a far disintegrare l'alleanza, potrebbe essere stata la scarcerazione del boss Francesco De Martino.
A Ponticelli tornano le bombe di camorra
Nella notte tra venerdì e sabato un ordigno è stato fatto esplodere in via Virginia Woolf e ha distrutto completamente una Jeep Renegade; non è chiaro se si trovasse nel veicolo o fosse stato posizionato accanto. Un'ora dopo, intorno alle due del mattino, altre esplosioni, questa volta in via Pacioli: distrutte alcune automobili di pregiudicati del posto, le bombe potrebbero essere state lanciate da un'auto in corsa.
La spaccatura tra i due clan, fino a poche settimane fa alleati contro i De Luca Bossa, potrebbe essere sorta con la scarcerazione di Francesco De Martino, ritenuto ai vertici degli XX. Il boss, che anche grazie all'alleanza coi De Micco aveva mantenuto il controllo sul rione Fiat, sarebbe entrato in contrasto con l'altro clan per divergenze economiche, probabilmente legate alla spartizione dei guadagni sugli affari illeciti a Ponticelli.
La faida interna tra i De Micco e i De Martino
Il duplice omicidio di mercoledì scorso (così come le bombe di sabato notte) sarebbe nato in questo contesto. Obiettivo dell'agguato era Carlo Esposito, considerato molto vicino a Francesco De Martino: nel 2018 era stato arrestato con l'accusa di avere preso parte ad una stesa in via Montale, alla quale avrebbe partecipato proprio anche il boss degli XX.
L'uomo che si è costituito, invece, Antonio Pipolo, è ritenuto inquadrato nei De Micco; il 37enne ha avviato un processo di collaborazione con la Giustizia, oltre ai retroscena dell'omicidio avrebbe svelato anche altre vicende sulle cosche di Ponticelli. Ed è stato anche chiarito che Antimo Imperatore, anche lui ucciso mercoledì, è stato ammazzato per errore: non era organico al clan, stava montando una zanzariera in quell'appartamento al piano terra di via Eugenio Montale quando è arrivato il killer.