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A Pompei scoperto un sacrario dalle pareti blu con anfore e brocche ancora intatte

Un sacrario con pareti blu, pieno di anfore e brocche ancora intatte: la scoperta nell’Insula 10 della Regio IX del Parco Archeologico di Pompei.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La stanza scoperta nel Parco di Pompei
La stanza scoperta nel Parco di Pompei

Un sacrario con pareti blu, con all'interno anfore, brocche e lucerne: è l'ennesima meraviglia emersa a Pompei, all'interno del Parco Archeologico. La scoperta è avvenuta nel cuore dell'antica cittadina romana, in uno dei quartieri residenziali ancora oggi in gran parte interrati dopo l'eruzione del 79 dopo Cristo del Vesuvio e che come le altre costruzioni dell'epoca era alle prese con le riparazioni dopo i violenti terremoti che avevano "preannunciato" l'imminente eruzione, come quella del 62 dopo Cristo.

L'insula 10 della regio IX è ancora praticamente un mistero: si trova nella parte settentrionale della Nona Regio, divisa dalla Quinta e dalla Quarta dalla strada chiamata oggi "via di Nola" ma che in realtà corrisponde al Decumano Maggiore dell'antica città romana. Ai lati, le case di Marco Obellio Firmo e quella del Porcellino, mentre dall'altra parte della strada c'era la Caserma dei Gladiatori, già Regio V e diventata poco prima dell'eruzione un'abitazione privata, probabilmente a causa della chiusura dello Stadion di Pompei a seguito della violenta rissa tra pompeiani e nocerini del 59 dopo Cristo. Di fatto, considerando la Regio IX come un rione quadrato, l'insula 10 si trova esattamente dall'altro versante rispetto a quella, anch'essa di recente scoperta, dei Casti Amanti.

Il sacrario, grande appena 8 metri quadri, mostra tracce di lavori in corso: con ogni probabilità, gli operai al lavoro (più probabilmente schiavi) avevano riposto là alcuni strumenti per le riparazioni. Oltre a quindici anfore da trasporto e un corredo in bronzo composto da due brocche e due lucerne, ancora perfettamente conservate, c'erano anche gusci di ostriche ammassati, anche qui con ogni probabilità utilizzati per la malta dei lavori una volta ridotti in frammenti più piccoli.

Le pareti di colore blu sono uniche: il colore, infatti, non è particolarmente diffuso a Pompei, a differenza del rosso che talmente frequente ha dato vita al cosiddetto "rosso pompeiano". Tra le figure affrescate, le quattro stagioni (Horae), allegoria di agricoltura e pastorizia, e nicchie dove con ogni probabilità trovavano dimora i Lari. Non è escluso che, trattandosi di un sacrario, possa essere ancora da disseppellire un tempo limitrofo. Tuttavia, si pensa che la stanza appartenga ad una grande domus che finora ha restituito un quartiere termale (seppur ancora in gran parte interrato) ed un grande salone nero affrescato ed affacciato su un cortile, con una scala di accesso al primo piano del complesso.

Uno dei dettagli degli affreschi alle pareti nella nuova stanza scoperta a Pompei
Uno dei dettagli degli affreschi alle pareti nella nuova stanza scoperta a Pompei
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