A piazza Dante chiude la storica libreria che fu di Tullio Pironti: al suo posto un bar
Avviso di sfratto per la libreria Tullio Pironti di piazza Dante, a Napoli, per anni un'istituzione della città, punto di riferimento per migliaia di studenti, scrittori e intellettuali. Venerdì l'amara comunicazione di liberare i locali, indirizzata ai giovani che l'hanno rilavata dopo la morte dell'editore, avvenuta nel 2021, e stavano cercando di rilanciarla.
Al suo posto ipotesi bar
La libreria Tullio Pironti rischia, quindi, la chiusura. Al suo posto potrebbe nascere un bar. Beffa del destino, proprio in quello slargo, dal quale si accede a via Port'Alba, storica stradina delle bancarelle di libri, sarà apposta la targa dedicata a Pironti, come riportato da Fanpage.it negli scorsi mesi. Un omaggio al grande editore-libraio da parte del consiglio comunale.
La polemica: "Grave danno per il centro storico"
La chiusura della Libreria Tullio Pironti ha scosso tutta la comunità cittadina. Per l'ex presidente della II Municipalità, Francesco Chirico, "è una vergogna, una città ormai persa, un centro storico trasformato che ogni giorno perde la sua identità. Occorre un intervento dell'amministrazione comunale immediato". Mentre il consigliere della III Municipalità, Giuseppe Aiello, sottolinea: "Va via un altro pezzo del centro storico, che sta perdendo le sue librerie storiche. Un grave danno per la II Municipalità. Venerdì scorso purtroppo è arrivato lo sfratto. La gestione era passata a dei giovani. Non si sa ancora se si arriverà ad un accordo".
"Intervenga il Comune, sgravi sui tributi alle librerie"
Sulla vicenda interviene anche il gruppo di Forza Italia del consiglio comunale di Napoli:
Con la chiusura della libreria Pironti a Port’Alba per sfratto, ritorna la problematica legata alla crisi che il settore già da anni sta vivendo. Una crisi datata quella delle librerie, accentuata negli ultimi due anni dalla pandemia ma soprattutto dall’esplosione dell’ e-commerce e del digitale in generale.
E aggiunge:
Un danno economico, culturale ma soprattutto sociale: a differenza dei magazzini on line, la libreria rappresenta un luogo di incontro, un ritrovo per lettori dove ci si scambia opinioni, dove la curiosità spinge a scoprire nuovi libri di cui non si sospettava neanche l’esistenza. L’intraprendenza dei librai ha fatto si che ci fosse una rimodulazione ed espansione del servizio ai clienti, tute le librerie hanno cercato di attivare un servizio e-commerce e consegna al destinatario, nonché “l’istituzione dei caffè letterari” ma tutto questo ancora non basta.
Quindi, conclude:
I costi sono ancora molto elevati e molte librerie rischiano pertanto, come per la Pironti, la chiusura. Occorre che le Istituzioni facciano la loro parte, proponendo l’abbassamento dei tributi comunali (TARI), e istituendo iniziative comunali e regionali per supportare l’attività di tali imprese, intervenendo in modo strutturale sull’intero comparto senza nessun favoritismo. Parliamo di imprese “culturali” , ed è necessario che Napoli non perda la sua anima e che non si riduca ad essere definita come un concentrato di sole imprese legate al food.