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A Pasquetta è alto rischio ustioni da barbecue: “Non usate l’alcol, per me è stato l’inferno”
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Oltre il 30% dei pazienti trattati nel reparto Grandi Ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli è arrivato a causa di bruciature causate dall'alcol etilico denaturato, un prodotto che si tramanda di generazione in generazione nonostante la sua pericolosità e nonostante oggi esistano prodotti alternativi molto più sicuri ed efficaci.
Ecco perché, dopo ogni Pasquetta, l'ospedale registra un picco di ricoveri, dovuti agli incidenti prodotti dall'alcol utilizzato per accendere i barbecue.
Lo sa bene Carmela Pesacane, un'insegnante che 18 anni fa è rimasta gravemente ustionata mentre cercava di accendere il fuoco con l'alcol e che ha voluto raccontarci la sua storia, fortunatamente a lieto fine: "Si era fatto tardi e la brace doveva essere pronta, ho usato l'alcol per ravvivare la fiamma e per me è stato l'inferno – racconta Carmela, che sul viso e sul corpo ha ancora i segni di quella terribile ustione – il fuoco non brucia solo la tua pelle, brucia il tuo tempo, i minuti, le ore, i giorni, i sogni tuoi e di chi ti sta intorno". Carmela è arrivata al reparto Grandi Ustionati del Cardarelli con bruciature sul 70% del corpo, circostanza che, nella maggior parte dei casi, suona come una condanna a morte".
Come tutti i pazienti in queste condizioni, è stata accolta dallo staff del reparto Grandi Ustionati del Cardarelli, diretto dal Romolo Villani, che conta sull'esperienza e la preparazione di un personale altamente specializzato, che a detta dei pazienti possiede, oltre a grande doti tecniche, anche un volto umano fuori dal comune. È lì che vengono trasportate persone che presentano ustioni a partire dal 20% del corpo.
Ne sa qualcosa la dottoressa Gianmarì Di Nola, chirurgo plastico: "L'alcol va bandito dalle case perché è una delle prime cause di ustioni gravi. Inoltre non serve a niente. Non è efficace come disinfettante e non è efficace per accendere il fuoco. Siamo nel 2024, esistono oggi una miriade di nuovi presidi più sicuri ed efficaci adatti a questi scopi". La pelle è un organo che si estende per tutto il nostro corpo. Nei punti dove viene danneggiato va sostituito mediante autotrapianto, ma se l'organo è danneggiato per più del 60, 70% la sua funzionalità è compromessa e il paziente rischia di morire.
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Carmela invece ce l'ha fatta, grazie alla forza di una ragazza giovane che tra sacrifici e sofferenze inimmaginabili, terapie e operazioni è riuscita a laurearsi, diventando insegnante e fra poco anche mamma: "Ce l'ho fatta, ma non grazie a me, grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato. Il cerchio si chiude qui al Cardarelli, dove chi mi ha curato sta seguendo la mia gravidanza e mi aiuterà a partorire. Con loro mi sento a casa".