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A Napoli una statua di Vlad Tepes davanti alla (presunta) tomba di Dracula

Un busto raffigurante Vlad III di Valacchia, il “Dracula” storico, è stato installato davanti a quella che secondo alcuni studiosi sarebbe la vera tomba di Dracula, nel chiostro di Santa Maria La Nova a Napoli.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La statua davanti alla presunta tomba di Dracula
La statua davanti alla presunta tomba di Dracula

Una statua di Vlad Țepeș, passato alla storia con il soprannome di Dracula, davanti a quella che potrebbe essere, secondo alcune teorie, la tomba di Dracula. Un busto raffigurante il principe (voivoda) di Valacchia è stata installata da qualche giorno a Napoli, nel chiostro della Chiesa di Santa Maria La Nova, nel cuore del centro storico. E torna così di moda la teoria che vorrebbe il sanguinario principe rumeno sepolto nel capoluogo partenopeo. In Romania, Vlad Țepeș è una figura leggendaria, per il suo ruolo nel respingere l'invasione ottomana, e fu a lui che Bram Stoker si ispirò per il personaggio di Dracula.

Il busto di Vlad III, alto un metro e dieci, è stato posto su un grande basamento rivestito in pietra davanti al sepolcro di Matteo Ferrillo nel chiostro di Santa Maria La Nova, ed è stato realizzato dallo scultore George Dumitru. E non c'è dubbio che si appresta a diventare un polo di attrazione turistica in breve tempo: già da anni infatti, la presunta "Tomba di Dracula" attrae i turisti da tutto il mondo, per il fascino letterario e storico che questa rappresenta.

Vlad III, detto il figlio del Drago

Vlad III di Valacchia fu noto con il soprannome di Drăculea (poi passato in Occidente come "dracula") che, in romeno, significa soltanto "figlio di Dracul", quest'ultimo un soprannome dato al padre Vlad II che, a sua volta, prese il soprannome di Dracul ("drago"), per aver fatto parte dell'Ordine del Drago, una sorta di confraternita fondata per proteggere il cristianesimo nell'Europa orientale (ovvero una sorta di "Santa Alleanza" che i Re cristiani formarono per fermare o almeno rallentare l'avanzata dei Turchi nei Balcani). L'altro soprannome, quello di Țepeș ("l'impalatore") gli venne perché era solito usare questa "condanna" verso i prigionieri di guerra, al punto che in tutta Europa si sparse la voce che fosse un crudele sovrano, dedito ad ogni efferatezza.

Il mistero della tomba di Vlad III

La sua tomba non è mai stata ritrovata ufficialmente: morto tra l'ottobre e il dicembre 1476, in circostanze mai del tutto chiarite (si parla di morte per mano delle truppe del fratello che lo avrebbero scambiato per un turco durante una battaglia, ma anche per mano degli stessi turchi, e in altre versioni ancora perché morso da un pipistrello), secondo la tradizione sarebbe stato seppellito nel monastero di Comana, in Romania, e la testa consegnata all'imperatore turco a Costantinopoli. Un'altra versione parla invece del monastero di Snagov, su un'isola che si trova nel lago a pochi chilometri da Bucarest. Per molti storici, in realtà, il corpo sarebbe stato bruciato subito dopo la sua morte.

Il sepolcro di Matteo Ferrillo a Napoli

La leggenda vuole che sia arrivato a Napoli, invece, dopo una lunga peripezia: Vlad III non sarebbe infatti morto in battaglia, ma catturato e portato prigioniero a Costantinopoli. Qui sarebbe stato riscattato dalla figlia Maria Balsa e portato in Italia (dove già viveva da anni, sposata con un alto funzionario del governo aragonese di Napoli, Giacomo Alfonso Ferrillo) e qui avrebbe in un esilio dorato, ospite di Giorgio Rea, ricco notabile del Regno di Napoli. Alla morte di Vlad, non potendo serbargli un funerale in suo onore, sarebbe quindi stato tumulato nella tomba del suocero, Matteo Ferrillo, che ancora oggi si trova nel chiostro di Santa Maria La Nova. Sulla tomba di Ferrillo, compaiono due dragoni e vari elementi considerati di natura slava, mentre sono presenti frasi in una lingua che, ancora oggi, non è mai stata tradotta perché sconosciuta.

La statua posta davanti al sepolcro di Matteo Ferrillo, considerata la Tomba di Dracula a Napoli
La statua posta davanti al sepolcro di Matteo Ferrillo, considerata la Tomba di Dracula a Napoli
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