A Napoli una piazza di sagome nere in ricordo delle 104 donne uccise quest’anno
Riempiono una piazza. Vederle così, ombre di un orrore che al 20 novembre conta 104 morti, di cui 88 in famiglia, rende pienamente l'entità del dramma. Oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Napoli decide di riempire piazza Municipio di sagome nere a ricordare le vittime di femminicidio in Italia.
Il flash mob ‘Re-member, affinchè non accada mai più', che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e dell'ex presidente della Camera, Roberto Fico, è stato organizzato dall'associazione ‘Mai più violenza infinita Onlus', in collaborazione con l'amministrazione comunale, Unicef ed Associazione O.M.
Su ogni sagoma c'è un QRCode: rimanda alla storia di ogni singola vittima. In piazza, studentesse hanno chiamato, uno ad uno, i nomi di tutte le vittime dell'anno. «L'iniziativa – spiega una nota – vuole essere un momento di riflessione, di condivisione e di confronto tra enti e associazioni, e con la partecipazione delle stesse donne, con lo scopo di delineare il percorso e le azioni di un Piano strategico trasversale che veda tutti coinvolti nella battaglia contro ogni forma di violenza di genere ed tutti uniti nello sforzo di accompagnare le donne verso una condizione di autonomia e di dignità». Nel pomeriggio, a partire dalla ore 17, la Fontana del Tritone in piazza Municipio e il Maschio Angioino saranno illuminati di rosso.
L'assessore comunale alle Pari opportunità, Emanuela Ferrante:
La situazione a Napoli e al Sud è molto grave. È stato fatto un grande sforzo, negli ultimi mesi, per rafforzare la nostra rete di Centri antiviolenza e potenziare le associazioni che affiancano il Comune in questa attività ma è necessario investire sull'educazione a partire dalle scuole che devono educare i giovani anche ai sentimenti.
Il sindaco Gaetano Manfredi spiega:
Le norme che ci sono devono essere applicate, anche con un grande sforzo da parte della collettività e delle istituzioni, per evitare che le donne vengano lasciate sole nel momento in cui denunciano e devono essere tutelate e tenute in strutture protette ed essere indipendenti dal punto di vista economico e familiare.