A Napoli si contano i danni dopo gli scontri contro De Luca e il coprifuoco
Alle 8 di questa mattina, un cassonetto in via Santa Lucia era ancora fumante. È una Napoli devastata quella che, a poche ore dalla violenza esplosa questa notte, appare adesso che le acque si sono calmate. Questa notte, sotto Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, sono andati in scena violenti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti, che sono scesi in piazza a migliaia per protestare contro il coprifuoco – e il paventato lockdown, annunciato ieri – imposto dal governatore campano Vincenzo De Luca per cercare di arrestare la crescita dei contagi da Coronavirus in regione.
E, questa mattina, si contano i danni: dalle prime luci dell'alba, gli uomini dell'Asia – la società che si occupa della gestione dei rifiuti in città – coadiuvati dalle forze dell'ordine, che presidiano l'area, sono al lavoro per ripulire quello che resta dopo la guerriglia: cassonetti dati alle fiamme, segnali stradali divelti, transenne utilizzate come armi con le quali scagliarsi contro automobili e camionette di polizia, carabinieri, persino della municipali, che questa notte sono state assaltate. Una spazzatrice ripulisce le strade dai numerosi oggetti lanciati, dai cocci di bottiglie, che questa mattina quasi ricoprivano l'asfalto.
Gli scontri nella notte contro coprifuoco e lockdown
La rabbia, violenta, ingiustificata e ingiustificabile, ma forse non del tutto inaspettata, è esplosa a tarda sera, quando il corteo di protesta – al quale hanno preso parte migliaia di persone – organizzato per protestare contro il coprifuoco entrato in vigore proprio alle 23 di ieri, e contro l'annuncio di un nuovo, imminente lockdown, è arrivato sotto la sede della Regione Campania, a Santa Lucia. Alcuni manifestanti si sono scagliati contro le forze dell'ordine presenti sul posto, assaltando camionette e automobili, bersagliandole con oggetti e prendendole a bastonate.