“A Napoli raddoppiati reati con minori: armati e reclutati dalla camorra” allarme all’anno giudiziario
“Criminalità minorile allarmante a Napoli. Sempre più minori sono coinvolti nelle associazioni camorristiche” e “molti episodi di violenza compiuti da ragazzi sono in qualche modo collegati al mondo della camorra. I comportamenti devianti e criminali, infatti, sono quasi sempre espressione di valori culturali propri della criminalità organizzata o addirittura rappresentano tentativi di entrarvi a farne parte”. A lanciare l’allarme è il Procuratore Generale di Napoli, Aldo Policastro, nel corso della sua relazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2025 nel Salone dei Busti di Castel Capuano.
Proteste Anm su riforma giustizia, a Napoli giudici escono quando parla Nordio
Alla cerimonia ha preso parte anche il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La presidente di Corte d'Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, ha ringraziato “il ministro della Giustizia Carlo Nordio che ci onora della sua presenza, conferendo prestigio a questa cerimonia e confermando la vicinanza del governo al Mezzogiorno d'Italia”.
Non sono mancate le polemiche da parte dei magistrati dell’Anm sulla riforma varata dal Guardasigilli, in particolare sulla separazione delle carriere tra pm e magistratura giudicante. I magistrati hanno protestato con cartelli all’esterno del tribunale napoletano e alzato la Costituzione italiana durante l’Inno di Mameli. Alcuni hanno poi lasciato l’aula durante il discorso di Nordio. Il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, più volte critico sulla riforma della giustizia, non ha partecipato alla cerimonia.
I casi di Emanuele Tufano e di Santo Romano
In merito ai dati della Procura di Napoli. Il Procuratore Aldo Policastro ha sottolineato, nel corso del suo discorso, il grande problema della criminalità minorile, come detto, ma anche l’aumento dei femminicidi. Sul primo punto, Policastro ha spiegato come “da anni operano veri e propri “cartelli” criminali, all’interno dei quali gravitano consorterie territoriali di ridotte dimensioni che gestiscono, con l’ausilio dei minorenni, gli affari illeciti legati prevalentemente al traffico di sostanze stupefacenti e alle estorsioni, affermando con sempre maggiore violenza la propria presenza sulla porzione di territorio loro assegnata all’esito di sanguinose faide”.
Il procuratore capo ha poi citato due casi di omicidi di giovanissimi: Emanuele Tufano e Santo Romano, avvenuti nel 2024.
“L’incremento esponenziale di reati commessi da minori – ha spiegato Policastro – caratterizzati dall’agevolazione dell’associazione camorristica. È in tale contesto complesso e difficile, caratterizzato dalla volontà di controllo del territorio a fini criminali da parte di adulti e minorenni, che si inserisce il tragico conflitto a fuoco tra numerosi minorenni appartenenti a differenti quartieri, rione Sanità e Mercato, che avrebbe poi portato alla morte del 15enne Emanuele Tufano. Non una tragica fatalità, non un incidente isolato ma uno scontro tra gruppi rivali e sintomo di un disagio e di un problema più vasto”.
Mentre sull’omicidio di Santo Romano avvenuto a San Sebastiano al Vesuvio, dove il giovane portiere di calcio è stato ucciso con un colpo di pistola al petto a seguito di un banale litigio in cui non era coinvolto, Policastro ha detto:
“Forte preoccupazione si deve esprimere per il numero esorbitante di armi proprie e improprie portate da minorenni, il Procuratore segnala quest’anno 409 procedimenti penali per armi e 1086 per lesioni per la maggior parte gravi e gravissime, molte di esse commesse con sfrontatezza e sotto gli occhi di tutti, spesso nel contesto di quella che viene denominata la mala movida. Servono risorse per evitare che gli istituti di recupero previsti per i minorenni rimangano solo adempimenti burocratici senza la effettiva presa in carico del giovane e dei suoi problemi e non possiamo non interrogarci sulla circostanza che il ragazzo che ha ucciso il povero Santo Romano a San Sebastiano al Vesuvio era stato scarcerato da Nisida da pochi giorni”.
I numeri dei crimini a Napoli nel 2024: femminicidi in aumento
I dati generali della criminalità a Napoli nel 2024, illustrati dal Procuratore Generale, mostrano una “diminuzione degli omicidi nella provincia di Napoli che da 31 nel 2023 passano a 29 nel 2024, nella provincia di Caserta abbiamo un aumento considerevole che da 4 nel 2023 passano ad 11, stabili nell’avellinese, 3 sia nel 2023 che nel 2024, e nel beneventano, 1 in entrambi gli anni”.
Ciò che allarma, però, sottolinea Policastro,
“è il numero dei femminicidi nel circondario di competenza della Procura di Napoli 10 nel periodo 1.9.2023/31.8.2024 e in aumento ovunque le estorsioni e le violenze sessuali, queste ultime nella provincia di Napoli da 209 sono passate a 229, numeri che nella loro crudezza in termini assoluti preoccupano e molto. Come non possono che continuare ad allarmare i dati relativi ad una forma di azione criminale peculiare del napoletano, le “stese” che seppure in diminuzione fanno registrare numeri significativi, nel primo semestre 2024, 11 nel comune di Napoli e 12 nella provincia a fronte nel 2023 di 30 e 29. La Questura di Napoli riporta anche i singoli quartieri in cui si sono verificate, addirittura 3 nella sola Pianura.
L’allarme per le “stese”, le sparatorie in strada:
Esse costituiscono una ostentazione del potere criminale in un quartiere o rione, significative delle contrapposizioni tra gruppi criminali emergenti per acquisire il controllo del territorio. Un fenomeno, a cui partecipano per lo più giovani, emblematico della sfrontatezza operativa del gruppo criminale, incuranti, durante le loro scorribande volte a intimorire e soggiogare la popolazione, di poter recare offesa anche a soggetti estranei pur di far comprendere ad una vasta platea di persone, colpevoli di vivere in un quartiere in cui abitano gli avversari, chi comanda. Sono plateali atti di sfida: sfida ai nemici e alle forze dell’ordine; disprezzo per il resto della popolazione”.