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A Napoli la nuova faida dei boss bambini, feroci come i narcos e cresciuti nel mito dei clan

L’agguato a Mergellina ad Antonio Gaetano “Biscotto”, la faida tra gli eredi dei Mele e dei Marfella: storia dei boss bambini di Pianura.
A cura di Nico Falco
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"Biscotto", così lo chiamavano, perché quando era piccolo non avrebbe mangiato altro. E quel soprannome gli è rimasto attaccato perché dall'infanzia sono passati soltanto pochi anni, un salto da quando era bambino a quando si è ritrovato risucchiato dalla camorra, contrapposto a chi bambino lo era stato insieme a lui e ora era diventato un rivale e per stuzzicarlo lo chiamava "Plasmon". La storia di Antonio Gaetano, 19enne di Pianura, gravemente ferito in un agguato e morto dieci giorni dopo, è comune a una serie di ragazzini del suo stesso quartiere, dove da qualche anno, lontano dal centro di Napoli, si sta combattendo una nuova guerra di boss bambini.

Scene già viste: dalla guerra per il controllo di Forcella e dei Decumani sono passati già otto anni e la paranza dei bimbi, legata al clan Sibillo, a sua volta articolazione dei Contini, è già nella storia della camorra. Ma sparare nel centro di Napoli non è la stessa cosa che farlo nella periferia, tra i palazzoni dormitorio di un quartiere dove le case popolari e il degrado sono bubboni pronti a esplodere a un passo dalle zone residenziali. Sparare a Pianura non fa rumore, lo spaccio di droga continua ad essere una prospettiva e le stese diventano la normalità.

L'agguato a Mergellina ad Antonio Gaetano "Biscotto"

"Biscotto" era stato ferito nella notte del 12 marzo nella zona degli chalet di Mergellina, gli avevano esploso contro due colpi: uno alla pancia e l'altro l'aveva preso nella zona cervicale, probabilmente quando si era piegato dopo il primo proiettile. Era stato operato d'urgenza nella stessa notte ed era rimasto ricoverato all'ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Condizioni gravissime, ma dei segni di ripresa: probabilmente sarebbe rimasto paraplegico, ma aveva ripreso a parlare. E poi, il 23 marzo, il decesso.

Con la sua morte gli equilibri criminali di Pianura sono destinati a ribaltarsi nuovamente: il ragazzo, nonostante la sua giovane età, era ritenuto un elemento di spicco del clan Calone-Marsicano-Esposito. Di più: dopo l'arresto dei vertici, finiti in manette a luglio scorso insieme ai rivali dei Carillo-Perfetto, avrebbe preso la guida del gruppo criminale.

La faida tra gli eredi dei Mele e dei Marfella

I due gruppi che si contrappongono oggi non sono che la trasposizione dei vecchi clan che per decenni si sono fronteggiati per conquistare Pianura: i Marsicano sono legati ai Mele, mentre il boss dei Carillo-Perfetto è un nipote di uno dei capi dei Marfella. Vecchia struttura per nuove leve, che agiscono sopperendo con la ferocia alla mancanza di una rigida struttura verticistica: quello che manca in programmazione si compensa con le pistole.

Il motivo è semplice: controllare il quartiere significa avere un ruolo di primo piano nel traffico di droga, mettere le mani sulla logistica dello stupefacente, fornire appoggi, farsi pagare dazio e vendere. Ovvero: milioni di euro, a getto continuo, e con la possibilità di sedersi ai tavoli che contano nel mondo del narcotraffico campano.

I boss bambini di Pianura

E in questo contesto l'età della camorra di Pianura si è nettamente abbassata, la malavita organizzata si muove in quella fascia in cui fino a pochi anni fa si poteva essere al massimo "muschilli", vedette del clan che facevano da sentinella sui motorini. Emanuele Marsicano ha appena 25 anni, Antonio Carillo 32, nella pletora di guardaspalle e gregari difficilmente superano i 27 anni. E Antonio Gaetano, che avrebbe preso le redini del primo clan, ne aveva soltanto 19.

Ventisette ne aveva anche Andrea Covelli, il ragazzo picchiato, ucciso probabilmente a colpi di pistola e infine sepolto in un terreno in un'area boscosa di via Pignatiello; lui non era legato al clan, ma verosimilmente ha pagato la colpa di essere il fratello di un personaggio di spicco dei Carillo. Che di anni ne ha 22.

Andrea Covelli, ucciso e sepolto in un terreno a Pianura
Andrea Covelli, ucciso e sepolto in un terreno a Pianura
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