A Napoli la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil: oltre 300 bus da tutta Italia
A Napoli è partito il corteo unitario organizzato da Cgil, Cisl e Uil, che chiede maggiori diritti per i lavoratori. Si tratta della terza dopo quelle di Bologna (6 maggio) e Milano (13 maggio). Presenti i tre leader dei sindacati Maurizio Lancini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e PierPaolo Bombardieri (Uil). Arrivati a Napoli circa 300 autobus, mezzi privati e treni speciali da Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia. Dal palco allestito alla Rotonda Diaz parlerà in primis una delegata del settore Sanità, poi un lavoratore del settore Scuola, per poi cedere il microfono a Landini, Bombardieri e Sbarra, sempre preceduti da altrettanti delegati.
Chiusa via Caracciolo per consentire il corteo, che ha attraversato piazza Repubblica nei pressi del consolato statunitense, le migliaia di manifestanti sono arrivate poi alla Rotonda Diaz dove è stato allestito il palco. Osservato anche un minuto di silenzio per le vittime delle alluvioni che stanno flagellando l'Emilia-Romagna. "Vogliamo coniugare il cambiamento del Paese e dell’Europa con il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, dei giovani e delle donne che in questi anni, anche a causa della pandemia e della guerra, sono invece peggiorate sia in Italia che in Europa", avevano detto in una nota i tre sindacati, che hanno anche spiegato nel dettaglio le proprie richieste:
- Tutela dei redditi dall’inflazione ed aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati;
- Riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie;
- Potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza;
- Un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, orientato e garantito da investimenti, da un sistema di formazione permanente, da politiche attive, e da ammortizzatori sociali funzionali alla transizione;
- Basta morti e infortuni sul lavoro, contrasto alle malattie professionali. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato;
- Riforma del sistema previdenziale;
- Politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e puntando alla piena occupazione.