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Napoli, deciso il salario minimo di 9 euro all’ora: anche per bar e ristoranti che hanno i tavolini e lavorano col Comune

Approvato l’emendamento salario minimo a 9 euro in Consiglio a Napoli: coinvolti fornitori, appaltatori del Comune, bar e ristoranti concessionari di suolo pubblico.
A cura di Pierluigi Frattasi
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A Napoli istituito il salario minimo di 9 euro all'ora per i privati che lavorano con il Comune. Le ditte appaltatrici e fornitrici e i concessionari di Palazzo San Giacomo – anche bar e ristoranti che occupano suolo pubblico con tavolini e ombrelloni – saranno obbligati a non scendere sotto il tetto stabilito dal Municipio nel pagamento degli stipendi ai propri dipendenti. In pratica, sono inclusi tutti gli operatori destinatari di concessioni, autorizzazioni amministrative e attività esternalizzate dal Comune. Si tratta della stessa norma che qualche giorno fa era stata adottata dal Comune di Bacoli.

Una misura che coinvolgerà decine di migliaia di lavoratori, considerando che il Comune di Napoli è uno dei principali appaltatori della città, con migliaia di bandi pubblicati ogni anno: dai lavori stradali, alle mense scolastiche, ai cantieri della metropolitana.

Il salario minimo di 9 euro è stato istituito grazie ad un emendamento presentato dal consigliere Gennaro Esposito (Lista Manfredi Sindaco) approvato a maggioranza dal consiglio comunale che oggi si era riunito per votare il bilancio di previsione 2024 e le delibere collegate. Tra i proponenti dell'emendamento i consiglieri Gennaro Esposito, Sergio D'Angelo, Fulvio Fucito, Walter Savarese D’Atri, Sergio Colella, Luigi Musto e Gennaro Demetrio Paipais.

Le opposizioni di centro-destra hanno votato contro il salario minimo comunale. I consiglieri Gennaro Esposito e Sergio D’Angelo hanno dichiarato: «Il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza  un emendamento che richiama un Ordine del giorno del consigliere D’Angelo al Documento Unico di Programmazione che introduce il salario minimo di 9 euro, per gli appaltatori comunali, per i concessionari (anche per le occupazioni di suolo pubblico) e per tutti i casi in cui l’ente comunale deve autorizzare l’esercizio di attività anche commerciali. L’applicazione del salario minimo –  continua la nota – è a pena di decadenza o di risoluzione ed il controllo è demandato ai responsabili del procedimento ed alla polizia municipale. Napoli si allinea agli altri Comuni Italiani nella tutela del lavoro e del salario minimo che consenta così come previsto dall’art. 36 della Costituzione una vita dignitosa. Un atto di civiltà politica, morale e giuridica a tutela della classe dei lavoratori».

Forza Italia: "Provvedimento demagogico"

Critici i consiglieri di Forza Italia che in una nota scrivono:

La maggioranza di centrosinistra del consiglio comunale di Napoli ha approvato, andando contro il parere tecnico del dirigente competente, un emendamento al documento unico di programmazione che prevede l’applicazione del salario minimo di 9 euro all’ora per tutti i lavoratori di ditte e società che hanno rapporti con il Comune.

Si tratta di un provvedimento demagogico ed inutile in quanto, come sottolineato dalla dirigente, la clausola sociale è già prevista dal codice degli appalti, analogamente il costo della manodopera va già considerato secondo i contratti collettivi di riferimento.

Riteniamo che il provvedimento oltre a non determinare alcun effetto positivo per i lavoratori possa addirittura essere controproducente, autorizzando chi applica tariffe superiori ad adattarle riducendole a quelle fissate. Inoltre, da domani le ripercussioni negative sul bilancio del Comune, già pesantemente disastrato, possono essere devastanti, se si scoprisse che molte delle società che lavorano per il Comune, comprese le società partecipate, non hanno adottato criteri retributivi compatibili con l’emendamento adottato.

In tal caso, andrebbero revocato appalti e concessioni con comprensibili conseguenze in ordine ai servizi per i cittadini. Da subito, chiederemo la verifica di tutti i rapporti in corso, a partire da quelli di custodia e vigilanza (tra cui quello della Venere degli stracci), assistenza domiciliare e terzo settore, pulizia e servizi di giardinaggio.

I commercianti contro la norma sul salario minimo

«La norma approvata dal Consiglio Comunale di Napoli è incostituzionale e vessatoria. Se non verrà ritirata faremo ricorso al Tar». È la posizione di Aicast (Associazione Industria Commercio Artigianato Servizi e Turismo) che attraverso il presidente provinciale, Giuseppe Bonavolontà spiega: «I Comuni non si possono interessare dei contratti di lavoro, che sono regolati da accordi e contratti nazionali. Questo provvedimento rischia di creare difficoltà al sistema del commercio e di alimentare la concorrenza sleale. Non si comprende per quale motivo, per esempio, un bar che richiede l’occupazione di suolo pubblico e quindi intrattiene rapporti con l’Amministrazione Comunale, debba sottostare a questa regola e uno accanto, possa invece liberamente applicare i contratti di lavoro di categoria senza vincoli».

La nota di Aicast continua: «Naturalmente non siamo contro i lavoratori, al contrario riteniamo che debbano essere sempre messi in condizione di poter contare sui propri diritti e su compensi adeguati. I consiglieri comunali, dal canto loro, si occupino dei tanti problemi che attanagliano al città: degli abusivi che quotidianamente fanno concorrenza sleale ai commercianti onesti, dello stato delle strade, del trasporto pubblico e dei servizi ai cittadini. Chiederemo un incontro urgente al sindaco Gaetano Manfredi e se non si tornerà indietro su questo tema saremo costretti a fare ricorso. Poi qualcuno dovrà pagare le spese di questa follia».

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