A Napoli istituita la Giornata del “caffè napoletano”: è il 10 dicembre
A Napoli istituita la Giornata del caffè napoletano, la "tazzulella", come viene chiamata affettuosamente in dialetto. Sarà il 10 dicembre di ogni anno. L'iniziativa è partita dai consiglieri comunali Flavia Sorrentino, Fiorella Saggese e Gennaro Demetrio Paipais di Insieme per il Futuro, che hanno raccolto la proposta lanciata da Michele Sergio e Massimiliano Rosati del Gran Caffè Gambrinus.
L'ordine del giorno che impegna la giunta Manfredi ad istituire la"Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano" è stato approvato all'unanimità oggi, 25 ottobre 2022, dal consiglio comunale. "Per tutelare l'identità culturale della città di Napoli – dichiarano i consiglieri – è necessario valorizzare i simboli e le tradizioni che la rendono unica nel mondo".
Perché il caffè napoletano si celebra il 10 dicembre
La data del 10 dicembre è stata scelta perché coincide anche con la giornata del caffè sospeso e con la giornata internazionale dei diritti umani. Tecnicamente il nome completo è "Giornata cittadina della cultura del caffè napoletano" e ha ‘l'obiettivo di promuovere e diffondere la cultura del caffè napoletano, le sue usanze e le sue storie oltre a tutelare l'identità culturale della città di Napoli.
"La cultura, il rito, la socialità che ruotano attorno al caffè napoletano – secondo quanto riportato nell'ordine del giorno – hanno peculiarità e caratteristiche che lo rendono un unicum nel mondo. La sua lunga storia, le sue antiche tradizioni (su tutte la pratica del caffè sospeso), i tanti aneddoti, le ricette, hanno creato un caffè, ma sarebbe meglio dire un mondo del caffè, del tutto diverso rispetto ad altri luoghi d'Italia e del mondo".
Il caffè a Napoli arrivato con i Borbone
Il caffè fu introdotto alla corte di Napoli per volontà della Regina Maria Carolina, sposa di Re Ferdinando di Borbone. Grandi personaggi hanno decantato la bontà del caffè napoletano, con scritti, canzoni, opere teatrali. "La martire della Rivoluzione Partenopea del 1799 Eleonora Pimentel Fonseca – ricordano i consiglieri – lo volle come ultimo desiderio prima di essere condannata a morte. Gioacchino Rossini durante il soggiorno napoletano amava berlo con panna e cioccolata".
Nell'Ottocento e nel Novecento Napoli si riempì di grandi caffetterie e imprese di torrefazione artigianale, "che ne fecero la capitale del caffè". I caffè napoletani durante la Belle époque divennero centri di intrattenimento europei al pari di quelli parigini. All'interno si davano spettacoli di Cafè Chantant e si esibivano gli artisti.
Dal caffè sospeso a ‘o cunsuolo, le usanze in città
"Oggi – proseguono i consiglieri – ‘a tazzulella è un momento sociale, nobile usanza per il caffè sospeso, che consiste nel lasciar pagato al bar un caffè per chi non può permetterselo. Anche l'usanza "‘o cunsuolo" è molto radicata nella nostra città e consiste nel portare lo zucchero e il caffè ai parenti del defunto per poter affrontare la veglia funebre".
Il caffè napoletano nell'arte
Il caffè napoletano viene cantato da grandi artisti come Domenico Modugno, Pino Daniele, Fabrizio De André, Nel cinema lo omaggiano Totò, Peppino, Sophia Loren, Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo che ha avuto anche il merito di riscoprire l'antica usanza del caffè sospeso. Nel teatro lo celebra Eduardo De Filippo. Nell'arte contemporanea Dalisi con il Totocchio.
Il Gambrinus: "Importante difendere le tradizioni"
"Siamo molto felici che il Consiglio Comunale abbia sposato la nostra proposta perché è importante difendere le tradizioni partenopee, soprattutto quelle legate al rito e alla cultura del caffè napoletano – dichiarano Michele Sergio e Massimiliano Rosati del Gran Caffè Gambrinus – la promozione e la valorizzazione sono finalizzate a tutelare la nostra amata ‘tazzulella' contro chi non ne rispetta la dignità o – peggio – nega la peculiarità della stessa. Crediamo che questa ricorrenza sia importante anche per supportare la candidatura del rito del caffè espresso italiano a patrimonio immateriale dell'umanità Unesco".