A Napoli in un anno 5.439 casi di violenza di genere: emesse 259 misure cautelari, più di quelle per camorra
In un anno, tra il 2023 e il 2023, a Napoli ci sono stati 5.439 casi di violenza di genere che hanno visto vittima e una donna e con l'indagato che faceva parte del nucleo familiare: la media è di 453 procedimenti penali al mese. I dati sono quelli forniti dalla IV sezione della Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, che si occupa di tutelare le cosiddette "fasce deboli" della popolazione e che è competente sul territorio cittadino e parte della provincia.
Il pool, composto da 11 magistrati, tratta reati delicatissimi: si va dalla prostituzione minorile alla pedopornografia, all'interruzione di gravidanza non consensuale alle pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili. E, naturalmente, i magistrati della sezione "fasce deboli" si occupano dei casi di femminicidio, nei quali l'omicidio è motivato da una ragione di genere. Per individuare i reati da trattare i magistrati si avvalgono dei "referenti codice rosso", presenti nei commissariati di Polizia di Stato e nelle stazioni dei Carabinieri col compito di accogliere le vittime e garantire un ascolto qualificato già dai primi momenti, durante la denuncia-querela.
I dati esaminati riguardano il periodo tra il settembre 2022 e lo stesso mese del 2023; dei 5.439 casi trattati, ne sono stati definiti 4.530, tutti con autore noto. Nel periodo in esame l'ufficio inquirente ha chiesto e ottenuto 259 misure cautelari (224 in carcere e 35 tra domiciliari e luoghi di cura). Le misure cautelari emesse per reati come violenza di genere, maltrattamenti e stalking, a conti fatti sono più di quelle richieste dalla Direzione Distrettuale Antimafia. E, dal confronto con gli anni precedenti, emerge che il trend è in ascesa: rispetto al 2020-2021 ci sono stati circa 1.270 procedimenti in più.