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A Napoli il festival di Mediterranea Saving Humans: “Pronti a dure battaglie su diritti umani e civili”

A Napoli si terrà la kermesse dell’associazione italiana impegnata nel salvataggio dei migranti nel mar Mediterraneo e nell’assistenza ai profughi di guerra in Ucraina. Tanti ospiti, dai religiosi ai rappresentanti delle Ong, ma anche docenti universitari, giornalisti e attivisti da tutta Europa.
A cura di Antonio Musella
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Si terrà al Maschio Angioino di Napoli dall'1 al 4 settembre il festival "A Bordo!", la festa nazionale di Mediterranea Saving Humans, l'associazione italiana che si occupa di ricerca e soccorso in mare dei migranti che attraversano il Mediterraneo centrale ed è impegnata attraverso missioni umanitarie e progetti sanitari in Ucraina a sostegno dei profughi in fuga dalla guerra.

Un appuntamento che vedrà arrivare a Napoli anche la maggior parte delle ONG che si occupano di salvataggio in mare ed una serie di relatori e ospiti che si metteranno a confronto sui temi più caldi dell'agenda internazionale, come la guerra e la situazione libica, con particolare riferimento agli accordi Italia – Libia.

Il 3 settembre ci sarà anche una manifestazione con flash mob in Piazza del Plebiscito proprio contro il rinnovo degli accordi tra il nostro paese ed i libici, con testimonianze dirette di chi ha subito le torture nei lager per migranti installati in Libia dai signori della guerra locali. Tra gli ospiti: Simonetta Gola di Emergency, l'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, Mimmo Lucano ex Sindaco di Riace, Alex Zanotelli, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, il senatore Sandro Ruotolo, ma anche tanti ospiti internazionali.

Il programma: si inizia con il ricordo di Gino Strada

Il 1 settembre il festival si aprirà con il ricordo della figura di Gino Strada, alle 19:00 con il condirettore di Fanpage.it, Adriano Biondi che intervisterà, insieme a Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans, Simonetta Gola, vedova del fondatore di Gino Strada, e responsabile comunicazione di Emergency, a partire dall'ultimo libro pubblicato "Una persona alla volta". "L'Italia ha perso un grande punto di riferimento e anche in questa guerra ora sentiamo mancare una voce potente quanto la sua a denunciare quello che sta succedendo in particolare ai civili. Noi nel nostro piccolo ci stiamo provando" spiega Vanessa Guidi, la presidente di Mediterranea.

Prima, alle 17:30, ci sarà spazio per il racconto delle missioni di terra e di mare di Mediterranea, quelle delle nave Mare Ionio nel mediterraneo centrale e quelle in Ucraina, con gli interventi anche dell'Assessore al Welfare del Comune di Napoli Luca Trapanese e del senatore Sandro Ruotolo. La giornata di venerdì 2 settembre si aprirà con i workshop che si terranno la mattina, dedicati alle rotte dei migranti in Europa, dai Balcani alle Alpi e alla campagna per l'abolizione dell'agenzia europea Frontex. Interverranno docenti universitari, attivisti e ospiti internazionali. Nel pomeriggio alle 18:30 ci sarà il dibattito sugli accordi Italia – Libia, con la partecipazione di David Yambio, portavoce di "Refugees in Libya", ricercato dalla mafia libica ed attualmente rifugiato in Italia. Con lui anche le giornaliste rai Angela Caponnetto (Rai News) e Claudia Di Pasquale (Report), Mariano Di Palma di Libera e Giuditta Pini, deputata uscente del Pd.

Sabato 3 settembre ci sarà l'incontro di tutte le ONG impegnate nel soccorso in mare nel Mediterraneo, la cosiddetta "civil fleet", che si riunirà proprio nel Castel Nuovo di Napoli per coordinare le proprie missioni. Un incontro pubblico che ha pochi precedenti in Europa. Spazio anche alla presentazione del libro di padre Alex Zanotelli, "Lettera alla tribù bianca" alle ore 12:30, mentre nel pomeriggio alle 16 partirà la manifestazione che arriverà a Piazza Plebiscito contro gli accordi Italia – Libia, a cui hanno aderito numerose realtà antirazziste. In piazza ci sarà un flash mob che riprodurrà il "cimitero" del Mediterraneo con migliaia di vite spezzate nel tentativo di approdare in Europa, e la speranza, rappresentata proprio da chi salva in mare.

In serata, alle 18:30, il dibattito contro le guerre che vedrà come ospite l'arcivescovo di Napoli, Don Mimmo Battaglia, l'ex Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, la giornalista di Sky News, Gaia Bozza, e la partecipazione del Sindaco di Bologna, Matteo Lepore. L'amministrazione felsinea infatti ha supportato una delle missioni umanitarie di Mediterranea in Ucraina, inviando decine tonnellate di aiuti umanitari al Comune di Kharkiv, gemellato con Bologna. Spazio anche a tanta musica, con gli A67 e i Punkreas il 1 settembre, Max Collini e Muruburu il 2 settembre e la chiusura il 3 settembre con Valerio Jovine, Dario Sansone (Foja), Tartaglia Aneuro e l'Internazionale Trash Ribelle.

"L'Italia non retroceda ad uno scenario razzista e omotransfobico"

Domenica 4 settembre infine Mediterranea Saving Humans rinnoverà il suo direttivo centrale con l'assemblea dei soci con la presenza di tutti gli equipaggi di terra italiani e quelli esteri (Barcellona, Parigi, Berlino, Stati Uniti). Un festival che inizia a poco più di 20 giorni dalle elezioni politiche. "Certo non ci aspettavamo, mesi fa quando abbiamo iniziato a organizzarlo, che ci saremmo trovati in questo scenario politico – spiega a Fanpage.it Vanessa Guidi, presidente di Mediterranea Saving Humans – negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti sui diritti civili, anche se non è abbastanza. Ma ci preoccupa molto che, in caso di vittoria delle destre, i progressi fatti e le discussioni in campo vengano spazzati via e si retroceda ad uno scenario di razzismo, di omotransfobia, di degradazione del ruolo della donna nella società e tanto altro. Questo Festival sarà sicuramente una piazza, un'assemblea di tante e tanti che non sono disposti a rinunciare a lottare per i diritti civili e umani, nel Mediterraneo e in territorio italiano, ci prepareremo per le dure battaglie che ci attendono".

Il tema degli accordi Italia – Libia è uno di quelli centrali del festival e le responsabilità per i patti stipulati con i signori della guerra libici è da ricondurre a tutti gli schieramenti: "Certamente negli anni i governi di centro-destra e centro-sinistra sono stati responsabili del dramma che si verifica in Libia e nel Mediterraneo – sottolinea la presidente di Mediterranea – ogni anno si è votato per i rifinanziamenti alla Libia, finanziamenti che sappiamo essere responsabili di quello che avviene nei campi di tortura in Libia, dove c'é chi preferisce suicidarsi che continuare a subire; responsabili delle catture e deportazioni da parte della cosiddetta Guardia costiera libica, costituita in realtà da milizie addestrate dall'Italia e che nel Mediterraneo ha minacciato più volte noi e le altre realtà del soccorso civile, oltre ad aver sparato sui migranti in mare piuttosto che soccorrerli. Fortunatamente però in Parlamento c'è anche chi ha fatto battaglie con noi".

E spesso ci ha rimesso anche la ricandidatura, come successo a Giuditta Pini, una dei parlamentari "garanti" di Mediterranea che sarà al festival il 3 settembre e che non è stata confermata dal Partito Democratico. Ma in tanti sono quelli che nell'arco parlamentare hanno appoggiato le battaglie dell'associazione italiana, da Nicola Fratoianni a Matteo Orfini, da Rossella Muroni a tanti altri. La caratteristica di Mediterranea è proprio quella di essersi affermata come "soggetto del fare", capaci di interloquire con la politica, con i movimenti, ma anche con quelle espressioni del mondo cattolico particolarmente sensibili ai temi dei diritti umani. "L'arcivescovo Don Mimmo Battaglia e il cardinale Zuppi sono stati due fondamentali sostenitori delle nostre missioni in Ucraina e nel Mediterraneo, così come il cardinale di Palermo Lorefice e tanti altri. Senza di loro non sarebbe stato possibile realizzare tutto ciò che è stato fatto e gli siamo infinitamente grati. D'altronde seguono la parola di Papa Francesco, che non manca occasione per denunciare gli orrori del Mediterraneo e della guerra e le responsabilità dei governi complici" sottolinea Guidi.

Proprio in Ucraina, Mediterranea ha iniziato le prime "missioni di terra", dapprima con il trasporto dei profughi di guerra fuori dal paese, con le missioni "Safe passage" che hanno portato in Italia oltre 300 persone di 7 nazionalità diverse, poi con il progetto "Med Care": "Si tratta di un ambulatorio su ruote con team sanitari composti da medici, infermieri, psicologi e attivisti che garantiscono una assistenza sanitaria di base a tutte quelle persone che si trovano ora a Leopoli, dopo esser fuggiti dalle proprio città bombardate, in attesa di poter rientrare a casa" spiega la presidente. "Per molti civili le cure di base sono saltate completamente, il sistema sanitario di un paese in guerra è ovviamente in difficoltà e in certi casi ha altre priorità. Noi garantiamo così il supporto ai civili e prendiamo in carico pazienti, cercando di sopperire alle mancanze che caratterizzano questo periodo. Allo stesso tempo continueremo a portare aiuti. Sta arrivando l'inverno e sarà dura per migliaia di rifugiati".

La nave "Mare Jonio" intanto si prepara a ripartire in mare dopo le missioni dello scorso luglio, insieme alle altre imbarcazioni della "civil fleet": "Il Festival sarà un'occasione per poterci confrontare su quello che che avviene e che denunciamo quotidianamente nel Mediterraneo per opera della cosiddetta Guardia costiere libica, sulle difficoltà che riscontriamo a relazionarci con alcune delle autorità competenti nell'ambito SAR, su come combattere la propaganda di odio razziale verso chi è nero e viene dal mare e la criminalizzazione del soccorso. Siamo unite sempre nel chiedere alle autorità che si assumano le responsabilità del soccorso, nel rispetto dei diritti umani". Se davvero il centrodestra di Giorgia Meloni riuscisse a vincere le elezioni, c'è da scommettere che tra questa gente troverà un'avversario molto ostico. Determinati, semplicemente, a salvare vite umane.

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