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Omicidio di Emanuele Tufano

“A Napoli i genitori vivono di preoccupazioni. Qui troppe armi in mano a ragazzini”

A Fanpage.it parla Nelide Milano, del Comitato Sicurezza minori e adolescenti & Mamme AntiBulli. “Bisogna presidiare i territori e tornare al dialogo tra famiglie e scuole”
Intervista a Nelide Merano
Comitato Sicurezza minori e adolescenti & Mamme AntiBulli
A cura di Giuseppe Cozzolino
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I coltelli sequestrati al Vomero dai Carabinieri.
I coltelli sequestrati al Vomero dai Carabinieri durante una serata di controlli
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Giovani armati che vanno in giro il sabato sera, gli appelli delle istituzioni e le cronache che continuano a riempirsi di sequestri di coltelli e pistole trovate addosso anche a minori poco più che bambini. Un fenomeno preoccupante, che purtroppo sembra essere particolarmente diffuso nell'ultimo periodo. E che ha portato molti genitori a farsi sempre più domande, soprattutto all'indomani della morte di Emanuele Tufano, ucciso in una sparatoria nei pressi del corso Umberto. A Fanpage.it ne ha parlato Nelide Milano, Rete per la Sicurezza – Comitato Sicurezza Minori e Adolescenti & Mamme AntiBulli, che ha spiegato proprio come i genitori stiano vivendo questo periodo.

Che sentimenti vi provoca l'ennesima vicenda del genere?

Una doppia reazione di dolore. Prima da madre, se penso che il ragazzo ucciso ha pochi mesi in meno all'età di mia figlia. Noi stiamo chiedendo da tempo al Governo nazionale di intervenire per porre un argine, per limitare questi episodio. Ma soprattutto, intervenire con le istituzioni affinché si capisca dove il percorso educativo si sia interrotto tra la scuola e le famiglie con questi ragazzi. Com'è possibile che non si siano trovati gli strumenti per intervenire? Il problema è che ogni componente sociale ha un compito: c'è bisogno di rammendare tutti i frammenti della realtà educante, altrimenti i nostri ragazzi sono destinati a soccombere. Io mi chiedo come sia possibile che dei ragazzini, poco più che bambini, girassero armati su un motorino in piena notte? Ci sono delle zone dove le armi sono facilmente reperibili, ovviamente da "addetti ai lavori", quindi vuol dire che ci sono delle zone di degrado evidenti. La risposta deve essere quella di potenziare le forze dell'ordine, altrimenti avremo sempre il controllo del territorio sottodimensionato rispetto alle esigenze.

Voi avete spesso denunciato l'enorme quantità di armi che girano in strada in mano ai ragazzini, mi spiega da cosa proviene questa percezione?

Ci sono i report dei carabinieri con cui noi dialoghiamo di continuo. Ma raccogliamo anche tante segnalazioni. Qualche tempo fa, una donna che era in strada ha visto dei ragazzini armati in strada: è bastato che lei facesse delle foto per far intervenire immediatamente le forze dell'ordine. Ma ormai sono tantissimi. L'ultima operazione ha visto recuperare dai ragazzini armi con matricole abrase di origine serba: cioè, armi che arrivano da zone di guerra, una guerra (quella della ex Jugoslavia, ndr.) che esisteva quando loro non erano neanche nati. Ed è inquietante che i ragazzi abbiano più facilità a trovare armi che luoghi di aggregazione dove possano imparare, divertirsi, socializzare.

Nel vostro comitato ovviamente ci sono tantissimi genitori preoccupati. Cosa fanno in questi casi? Nel senso, un genitore può scegliere di imporre il coprifuoco, di frequentare solo locali vicini, oppure accompagnando proprio voi i ragazzi, magari?

Molto dipende, in questi casi, dalle singole famiglie e dal contesto in cui vivono. Però va detto che tutti noi genitori viviamo nella preoccupazione, nell'incertezza totale. C'è una ragazza i cui genitori avevano "vietato" di andare a via Toledo, perché considerata a rischio. L'unica volta che hanno "allentato" la presa, la ragazza si è trovata su via Toledo proprio nel giorno in cui ci fu la famosa "battaglia" coi caschi tra ragazzi. Quindi ormai è un fenomeno che può verificarsi in qualunque momento ed ovunque. Poi ovviamente non tutte le famiglie sono uguali, e quindi ci sono reazioni diverse. Per lo più, comunque, ci si affida ad un dialogo continuo ed un'apertura trasparente: dialogo coi ragazzi e coi genitori, disponibilità a farli incontrare anche in casa quando possibile, e soprattutto trasmettere loro la massima e miglior educazione possibile.

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